ANCONA Tutti ne parlano ma alcuni le fanno. Sono le comunità energetiche rinnovabili. Il loro “filo conduttore” lega nello stesso principio Ancona a Matelica, Montelabbate a Camerino e all’Unione montana dei Monti Azzurri. Sono delle nuove realtà giuridiche che consentono di associare più soggetti pubblici e privati per produrre e condividere energia su scala locale. Insomma, sono delle comunità che nascono per risparmiare sulla bolletta, dare un concreto contributo all’ambiente e nel nostro Appennino aiutano a contrastare lo spopolamento. Per il momento esistono solo sulla carta bollata dell’Agenzia delle Entrate perché il decreto attuativo, da troppi mesi, è allo studio della Commissione Europea ma saranno decisive per scrivere insieme il futuro energetico dell’Italia.
Lo scenario
Il governo prevede che, entro il 2028, saranno in 15 mila.
Le aree idonee
Altra realtà pronta a trasformarsi in Cer è Ancona in cordata con le sue società partecipate. «Abbiamo un impianto fotovoltaico sul tetto del “Parcheggio degli Archi” di 100 kW e stiamo mappando tutto il territorio comunale. Il nostro obiettivo - interviene l’assessore Stefano Tombolini che ha tra le sue deleghe anche la transizione energetica e la valorizzazione immobiliare - è ridurre la bolletta energetica quest’anno di 7 milioni di euro e la Cer è una soluzione. Motivo per cui stiamo individuando le aree idonee a ricevere impianti fotovoltaici sui tetti e, per questione di carichi, a terra».
Anche per la cabina di coordinamento integrata, presieduta dal commissario straordinario per il sisma 2016 Guido Castelli, le Cer sono strumenti fondamentali. «Perché - sostiene - la transizione ambientale è una sfida che si vince insieme, a partire dal coinvolgimento dei Comuni. E le Cer a guida pubblica non sono solo una delle risposte più interessanti e tra le più efficaci al problema del costo economico e ambientale dell’energia, ma ci consentono anche di fare dell’Appennino centrale un territorio nel quale l’autoconsumo da fonti rinnovabili è un incentivo a non abbandonare questi territori. La realizzazione di servizi utili, innovativi è strategica per contrastare lo spopolamento».
I Monti Azzurri
Il risultato? Nelle Marche del sisma sono state finanziate 3 Cer, con capofila i Comuni di Matelica, Camerino e l’Unione Montana dei Monti Azzurri e coinvolgeranno 1.044 privati. Tra fotovoltaici e idroelettrici (a Castelraimondo), ci saranno 921 impianti per una potenza generata di 11.517 kWe che richiederanno un investimento di 51,5 milioni di euro e beneficeranno di 29,1 milioni di contributi. Ma come funziona una Cer? Tutti i partecipanti devono essere sotto la stessa cabina primaria di distribuzione e aver costituito un soggetto giuridico.
Gli associati devono mantenere i loro diritti di clienti finali, compresa la scelta del fornitore di energia elettrica e hanno la facoltà di uscire dalla comunità quando lo desiderano.
Prosumer è chi possiede un impianto fotovoltaico messo a disposizione della comunità, che produce energia per sé e per i componenti della Cer e beneficia di un elevato autoconsumo e di contributi economici ricevuti dai consumer. Consumer sono coloro che beneficiano dell’energia condivisa a un prezzo inferiore rispetto al sistema elettrico nazionale.
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