MONTEGIORGIO Capita a volte che in caso di mancanza di energia elettrica le sbarre dei passaggi a livello lungo la ferrovia restino alzate, con conseguente grave pericolo per chi le attraversa, a piedi o in auto.
Eppure per evitare questi inconvenienti, che possono costare la vita alle persone, un rimedio ci sarebbe. Un’idea semplice ma efficace nella sostanza, partorita dalla fervida mente di Stefaniya Kit, un’ucraina di Leopoli venuta in Italia 25 anni fa, che risiede a Morrovalle ma frequenta Montegiorgio per dare una mano alla figlia Irene, gerente di un bar locale, nell’accudire l’adorato nipotino.
Il passato
La sua idea ha ottenuto il brevetto già nel 2014, anche in tempi velocissimi in quanto ritenuta interessante, però poi non ha trovato accoglimento da parte delle Ferrovie Italiane a cui lei l’ha proposta.
I particolari
«In sostanza - continua - il mio dispositivo di sicurezza consiste in un semplice segnale di stop meccanico rotativo pieghevole, rivolto verso il macchinista solo qualora le sbarre non siano chiuse per malfunzionamento dei sistemi elettrici, consentendogli di attivare la frenata ed evitare incidenti. Viceversa, a sbarre chiuse, il segnale si gira o ripiega su se stesso diventando invisibile al treno in transito».
L’attestato di brevetto le è stato rilasciato dal preposto Ufficio italiano del Ministero dello Sviluppo economico nel 2014 e Stefanya si è subito messa in contatto con le Ferrovie Italiane per proporlo. Dopo una serie di rimpalli da un ufficio all’altro che dicevano di apprezzarlo ma non erano i diretti competenti, le è stato però risposto dall’Ufficio competente Rfi che i passaggi a livelli italiani sono già sicuri al 100%.
La delusione
«Nello specifico - continua Stefanya - l’allora responsabile della sicurezza mi rispose che in caso di sbarre alzate i sistemi ferroviari esistenti dispongono di segnali luminosi di protezione dei passaggi a livello impedendo il normale transito dei treni. Ma in caso di blackout di quali segnali luminosi parliamo? E se così fosse, come mai incidenti di questo genere continuano a capitare? Solo per citarne uno, quello del 19 marzo scorso a Nichelino (Torino) per un varco rimasto aperto causa guasto».
Una serie di problemi di salute hanno poi fatto desistere la donna dal proseguire la sua battaglia, diventata anche onerosa per le sue possibilità. Oggi però vive ancora con rimpianto questa occasione mancata e vuole rilanciare il suo brevetto, sperando che qualcuno che tiene veramente alla sicurezza delle persone, lo prenda in considerazione. Intanto ci tiene a ringraziare di cuore i tanti amici e professionisti italiani che l’hanno aiutata, senza nulla pretendere, a redigere il suo progetto. Sarà vincente?