ANCONA - L’arretramento della ferrovia adriatica scalda la politica regionale e vengono chiamati in causa i 24 parlamentari marchigiani, di cui dieci del Movimento 5 Stelle. E sono proprio due grillini - la consigliera regionale Marta Ruggeri e il consigliere comunale di Fano Tommaso Mazzanti - a chiedere la mobilitazione «vasta e trasversale agli enti locali fino ai rappresentanti del territorio nei palazzi romani, affinché vengano reperite ulteriori risorse per un progetto di portata complessiva che possa assicurare la vivibilità delle città costiere, scongiurando anche la necessità delle barriere antirumore».
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Tutto, mentre da giorni il confronto politico sulla vicenda ha scatenato un braccio di ferro politico che ha investito anche il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci e la variante dell’arretramento della ferrovia di Pesaro da 1,8 miliardi.
Il punto di partenza è che un progetto del genere - ovvero l’arretramento della ferrovia - «deve essere realizzato nell’interesse della comunità e non di una singola realtà: quindi il primo passo è coinvolgere i Comuni della costa e, in concorso con la Regione, adottare una linea condivisa, che permetta di trattare con il Ministero da una posizione di maggiore forza e che assuma due principi base: l’utilità diffusa, appunto, e la sostenibilità ambientale».
Per questo motivo i pentastellati invitano ad una mobilitazione trasversale affinchè al ministero si trovino risorse che possano garantire la realizzazione di un progetto su tutta la costa marchigiana. E gettano acqua sul fuoco: «Insistere nelle polemiche non risolverà i problemi, anzi alimenterà un clima di attriti e diffidenze, che è l’esatto contrario di quanto serva per ottenere risultati a vantaggio di tutto il territorio in merito all’arretramento della ferrovia adriatica». La conclusione è che «solo sulla base di questi criteri il progetto di arretrare la linea ferroviaria Adriatica si configurerebbe come una vera occasione per il nostro territorio».