Reddito medio a quota 21.360 euro, Marche cerniera d'Italia: prima a sud, ultima a nord

Reddito medio a quota 21.360 euro, Marche cerniera d'Italia: prima a sud, ultima a nord
Reddito medio a quota 21.360 euro, Marche cerniera d'Italia: prima a sud, ultima a nord
di Martina Marinangeli
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Sabato 22 Aprile 2023, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 14:15

ANCONA - Le Marche cerniera d’Italia. Prima regione del Sud e ultima del Nord anche sui redditi. Stando all’analisi dei dati Irpef - sulle dichiarazioni fiscali per l’anno d’imposta 2021 - elaborata dal Ministero di Economia e Finanza, risultiamo esattamente a metà strada tra la ricca Lombardia, che con un reddito medio complessivo pari a 26.620 euro risulta prima in classifica, e la Calabria, fanalino di coda con 16.300 euro.

Rimane dunque notevole la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.
La classifica
E in questa classifica, le Marche si piazzano esattamente nel mezzo, con un reddito medio pari a 21.360 euro. «I redditi da lavoro dipendente e autonomo - spiega Stefano Staffolani, preside della Facoltà di Economia all’Università Politecnica delle Marche - sono più bassi da noi rispetto ad altre regioni vicine. Non tanto Umbria e Abruzzo, con cui siamo in linea, ma ci sono differenze importanti con Emilia Romagna, Toscana e Lazio». 
Lo storico
Differenze che si sono ulteriormente acuite nel tempo. «Tuttavia - cerca il bicchiere mezzo pieno il prof Staffolani - se si guarda ai redditi per famiglia, secondo i dati Istat ammontano ai 35mila euro, dato che ci avvicina, per esempio, al Veneto».

Argomenta il teorema: «Ci sono più persone che lavorano nelle famiglie marchigiane rispetto alla media italiana. Il forte attaccamento al lavoro degli abitanti della nostra regione sopperisce ad una certa specializzazione produttiva più centrata in settori in cui i salari sono mediamente più bassi». Le tipologie di reddito maggiormente dichiarate, sia in termini di frequenza sia di ammontare, sono quelle relative al lavoro dipendente (53% del reddito complessivo) ed alle pensioni (30,2%). Quanto al reddito da lavoro autonomo, «ha molto sofferto il periodo della pandemia - contestualizza il ragionamento Staffolani -: ora si sta riprendendo, ma non credo sia ancora tornato ai livelli pre Covid». L’ulteriore colpo inferto ad una regione in transizione.

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