PESARO - Se l’attesa dell’evento è essa stessa l’evento (e ci perdonino il filosofo Gotthold Ephraim Lessing e persino Campari “red passion” per l’audace parafrasi), allora il sindaco Matteo Ricci ha fatto dell’attesa il suo capolavoro mediatico. Da un mese lo si rincorre su e giù a cena per l’Italia (il format “Pane e Politica”).
Da un mese twitta a dosaggio il suo decalogo per la buona politica e la ripartenza del Pd.
La conferenza
Per questa mattina alle 11 ha convocato a Pesaro una “conferenza stampa nazionale” per «fare un altro passo insieme, verso una sinistra veloce e di prossimità» e in collegamento ci sarà anche l’eurodeputato Brando Benifei. Per tutto il pomeriggio di ieri, tra un’accensione dell’albero più luminoso d’Italia e un appello per la pace in Ucraina, ha giocato a rimpiattino con chi sollecitava chiarimenti limitandosi a disseminare briciole di emoticon sornioni ed enigmatici. Ma nel Pd i rumors parlano di un annuncio-passo indietro. Ovvero, detto in soldoni, niente candidatura alla segreteria Pd, ma un’apertura a Bonaccini, inserendosi all’interno della squadra come ala sinistra. A pesare sulla scelta il fattore che può far maggiormente sentire la solitudine dei numeri primi: le firme in calce al coordinamento pro Bonaccini, con nomi di primo piano del Pd marchigiano (e pesarese).
La lista
Dall’ex deputata Alessia Morani alla vice capogruppo regionale Anna Casini, dal consigliere Antonio Mastrovincenzo alla decana Silvana Amati, passando per i consiglieri regionali Manuela Bora e Romano Carancini, l’ex segretario regionale Francesco Comi, l’ex senatrice Camilla Fabbri, i sindaci Daniela Ghergo e Simone Puglialoni, l’ex deputato Mario Morgoni e giù con la lunga lista (tra i big mancano all’appello la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, il capogruppo regionale Maurizio Mangialardi, i deputati Irene Manzi e Augusto Curti, il plenipotenziario del Pd di Ascoli Luciano Agostini).
Una mossa, questa massiccia discesa in campo del partito marchigiano a favore del governatore dell’Emilia Romagna che deve aver spiazzato Ricci, ora pronto al dietrofront su una candidatura mai ufficializzata e a salire sullo stesso carro dei suoi avversari interni.