Nodo-Superbonus: per il cratere del sisma si va verso una deroga

Nodo-Superbonus: per il cratere del sisma si va verso una deroga
Nodo-Superbonus: per il cratere del sisma si va verso una deroga
di Martina Marinangeli
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Sabato 18 Febbraio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 16:03

La tegola sul Superbonus 110% dovrebbe risparmiare le aree del cratere del sisma. Si va infatti verso una deroga al decreto legge n. 11 che stabilisce lo stop alla cessione dei crediti e agli sconti in fattura, suonando di fatto il De Profundis sulla misura. Ma non per gli edifici lesionati dalle scosse che tra il 2016 e il 2017 hanno devastato l’Italia centrale, Marche in primis. Palazzo Chigi avrebbe infatti optato per una sorta di “zona franca” per la ricostruzione, all’interno della quale il Superbonus potrebbe ancora essere utilizzato. La questione riguarda nello specifico i cosiddetti accolli in capo ai terremotati. 

 
Il nodo


Lo Stato infatti paga i costi della ricostruzione, ma con i prezzi delle materie prime aumentati, lavori extra e altre voci sopraggiunte in corso d’opera, la cifra finale per rifare gli edifici privati crollati eccede quella inizialmente computata e coperta dalle risorse erogate a livello nazionale.

Ecco, questa parte in eccedenza sono gli accolli, che devono essere pagati dai proprietari degli immobili lesionati dal sisma.

Fin qui, in molti avevano usato il Superbonus 110% per coprire questa parte mancante e lo stop alla cessione dei crediti e agli sconti in fattura rischierebbe di bloccare tutto. Creando peraltro una disparità tra chi può permettersi di anticipare la cifra e chi invece conta sulla cessione dei crediti e lo sconto in fattura per poter portare avanti i lavori di ricostruzione della propria abitazione. Ma con la deroga al vaglio del Governo, verrebbe mantenuto lo status quo, evitando di dare il colpo di grazia ad una ricostruzione che dopo 6 anni sta muovendo i primi passi.


Le proteste


Non a caso, appreso del decreto taglia Bonus, a scendere in campo per difendere la misura almeno nel cratere è stato uno schieramento bipartisan. Colpisce duro il deputato del Pd ed ex sindaco di Force Augusto Curti, che parla di «colpo fatale ai cittadini» e fa notare come «questo decreto inauguri una “ricostruzione dei ricchi”, in quanto lo svuotamento del Superbonus costringerà le famiglie ad utilizzare risorse proprie per completare i lavori». Più moderato l’intervento del vicepresidente del Consiglio regionale ed ex sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, in quota Forza Italia, che premette: «Sono consapevole che un intervento capace di definire con certezza i confini di queste misure fosse necessario e improrogabile», per poi aggiungere di essere «molto preoccupato per le ricadute che l’attuazione di questo decreto legge potrà avere nell’area del cratere sismico». 


La disparità


Scende poi nel dettaglio: «Lo stop alle agevolazioni sull’edilizia rischia concretamente di mettere una pietra tombale sulla ripartenza dei territori colpiti dal sisma e andrebbe a creare una disparità di trattamento fra gli stessi cittadini terremotati, con quelli che hanno subito pochi danni e hanno potuto usufruire delle agevolazioni e quelli del “cratere vero” i quali, oltre a non aver ancora visto la ricostruzione, non potranno avere accesso ai bonus». L’allarme suonato nelle Marche - che esprimono il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli e sono guidate da un governo molto vicino a quello targato Meloni - si è sentito forte e chiaro a Roma. Di qui, la valutazione di Palazzo Chigi sulla deroga per l’intera zona del cratere, che comprende anche porzioni di Umbria, Abruzzo e Lazio. Ora tutte a guida centrodestra, peraltro. Uno spiraglio di luce per chi ancora attende di tornare nella propria casa.

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