Il ministro Paolo Zangrillo nelle Marche: «Procedure più semplici per aiutare gli enti locali
a mettere a terra il Pnrr»

Oggi a Civitanova per l’iniziativa “Facciamo semplice l’Italia”

Il ministro Paolo Zangrillo nelle Marche: «Procedure più semplici per aiutare gli enti locali a mettere a terra il Pnrr»
Il ministro Paolo Zangrillo nelle Marche: «Procedure più semplici per aiutare gli enti locali a mettere a terra il Pnrr»
di Giulia Sancricca
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Lunedì 20 Novembre 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 09:20

Paolo Zangrillo, ministro alla Pubblica amministrazione oggi nelle Marche per l’iniziativa “Facciamo semplice l’Italia”: come mai ha scelto la città di Civitanova e qual è l’obiettivo del tour? 
«L’obiettivo è migliorare insieme, e con “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori” ci confrontiamo in modo concreto e diretto con chi lavora a stretto contatto con i cittadini».

 
In che modo?
«Con un dialogo costruttivo che non si interrompe al termine della visita, ma prosegue con un ascolto attivo e continuo. Siamo partiti a gennaio da Perugia per poi passare per l’Aquila, Napoli e Trieste, solo per citare alcune tappe. Anche oggi a Civitanova Marche incontriamo le amministrazioni che forniscono servizi a cittadini e imprese, i nostri utenti, per raccogliere le loro osservazioni e le proposte per migliorare ancora. Gli enti territoriali svolgono una funzione essenziale per vincere la sfida del Pnrr ed in questa fase delicata hanno bisogno di tutta la nostra attenzione».
A proposito del Pnrr: è stata annunciata la semplificazione di 600 procedure amministrative, di cui 200 entro il 2024. Quali sono le priorità, soprattutto in relazione alla deadline del 2026? 
«Il Pnrr ci mette di fronte ad una sfida davvero importante che consiste nel semplificare 600 procedure entro il 2026. Ne abbiamo già realizzate un centinaio e stiamo lavorando con la mia squadra per anticipare il traguardo del 2024, perché più siamo rapidi a semplificare, più siamo in grado di rendere la Pa efficiente ed efficace». 
Un assist agli enti locali.
«Degli oltre 191 miliardi di risorse messe a disposizione dal Pnrr, è bene sottolinearlo, circa 40 miliardi sono destinati a progetti che sono e saranno attuati dai Comuni. Tra le priorità occorre quindi dare centralità ai Comuni, alle realtà territoriali».
Nelle Marche c’è anche un altro capitolo fondamentale: quello della ricostruzione post sisma. Sebbene siano già stati fatti diversi passi per la semplificazione delle pratiche, si può ancora migliorare? Come
«Dotare le amministrazioni degli strumenti per assolvere alle complesse procedure relative alla ricostruzione in tempi ragionevole è fondamentale, perché la Pubblica amministrazione non deve essere un ostacolo, ma un’opportunità. La digitalizzazione ci viene incontro per rendere le procedure più snelle e veloci. Penso ad esempio a Suap e Sue, lo Sportello Unico per le Attività Produttive e lo Sportello Unico per l’Edilizia che, assicurando l’interoperabilità di tutti gli sportelli unici, accorciano i tempi delle pratiche». 
Come si posiziona la nostra regione, nella classifica nazionale, a livello di efficienza della pubblica amministrazione?
«Non apprezzo le classifiche perché non prendono mai in considerazione le peculiarità delle singole realtà. Certo bisogna prendere spunto dai modelli virtuosi, e per fortuna in Italia ce ne sono molti, ma l’azione amministrativa deve essere sempre valutata nel contesto in cui si attua. Non esistono enti di serie A o di serie B: facciamo tutti parte della stessa squadra e abbiamo lo stesso obiettivo, che è quello di essere sempre al fianco dei nostri utenti e di soddisfare al meglio le loro esigenze».
Qual è la ricetta migliore per accompagnare una regione caratterizzata da una popolazione anziana come la nostra verso la transizione digitale per le pratiche legate alla pubblica amministrazione?
«In un mondo in continuo cambiamento come l’attuale, il digitale migliora la capacità del pubblico di captare e di rispondere alle richieste di cittadini e imprese. È un processo inarrestabile a cui gli italiani, complice anche la pandemia, hanno dimostrato di sapersi adattare».
Come?
«Penso ad esempio allo Spid: sono oltre 32 milioni i cittadini che ne fanno uso, il 30% in più rispetto a due anni fa.

Un passo avanti importante, che dobbiamo accompagnare con strumenti all’avanguardia e facilmente accessibili, perché il progresso non si può fermare».

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