Web, innovazione e anche creatività
La manifattura marchigiana va forte

Valdimiro Belvederesi
Valdimiro Belvederesi
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Martedì 1 Marzo 2016, 11:46
ANCONA - Le Marche sono la prima regione italiana per quota di addetti artigiani del manifatturiero sul totale degli addetti artigiani: 45,1% a fronte di una media nazionale del 34,9%. La nostra regione, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato, si classificano al primo posto per valore aggiunto dell’artigianato manifatturiero per abitante pari a 1.704 euro, seguita da Veneto (1.659 euro per abitante), Emilia-Romagna (1.463 euro per abitante), Lombardia (1.256 euro per abitante).

Il ‘valore artigiano’ del manifatturiero, ribadisce Valdimiro Belvederesi presidente di Confartigianato, è nei suoi requisiti di eccellenza, personalizzazione, identità e tracciabilità. Eccellenza intesa come qualità riconosciuta e certificata delle materie prime e delle lavorazioni; personalizzazione come espressione dello stile unico dell’artigiano; identità quale insieme delle caratteristiche che rendono il prodotto riconoscibile; tracciabilità intesa come possibilità di riconoscere la filiera produttiva, fondamentale indicatore di sostenibilità ambientale e di eco-compatibilità. Confartigianato sottolinea la capacità dell’artigianato di rinnovare le sue tradizioni, di lavorare con tecnologie e materiali innovativi, di offrire un’alternativa di qualità e di varietà alle proposte standardizzate e seriali, coniugando manualità e innovazione, creatività ed esperienza. Per l’artigianato c’è una nuova via fatta di web, di tecnologia e manifattura digitale.

A dirlo sono gli italiani che hanno risposto ad un sondaggio on line lanciato da Confartigianato. Innovazione e creatività sono considerate gli ingredienti principali per migliorare le performance aziendali: lo dichiarano rispettivamente il 45,7% e il 39,4% degli intervistati. La maggioranza dei quali (47,9%) è anche ben deciso a rimanere in Italia dove per crescere punta soprattutto (43,6% delle risposte) sulle competenze proprie e dei collaboratori. ll futuro dell’artigianato è anche digitale. Nell’era della “quarta rivoluzione industriale” quella in cui virtuale e reale, digitale e manifatturiero, produzione e servizi si compenetrano in una dimensione di mercato globale e internet esce dalla rete per entrare nelle cose, le imprese si trovano a fare i conti con un nuovo modo d’essere, una complessità che le vede oggi – e che sempre più le vedrà in futuro – al centro di reti e tecnologie. In questi anni di crisi le imprese sono state attraversate da un allargamento enorme dei mercati e dalla sempre maggiore presenza delle tecnologie e ora sono impegnate ad affrontare la sfida di far entrare stabilmente la cultura digitale nelle proprie aziende. C’è già chi lo ha fatto e con successo.

La cultura digitale sta cambiando mercati, economia, prodotti e servizi e anche grazie alle nuove tecnologie, le piccole imprese potranno continuare ad essere le protagoniste indiscusse del successo del Made in Italy nel mondo. Grazie alle potenzialità informative della rete, tutte le storie che ci sono dietro le eccellenze del Made in Italy oggi possono essere ben evidenziate e soprattutto portate sui mercati internazionali dove fino a poco tempo fa era difficile per le imprese di piccole dimensioni arrivare.
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