ANCONA - Anche in un anno di mercati turbolenti, segnati da rincari energetici e agitati da instabilità internazionali, è aumentata (+5,1% rispetto al 2022) la propensione delle imprese marchigiane dell’industria e dei servizi ad assumere nuovi dipendenti. Ma sempre di più le aziende fanno fatica a reperire sul mercato i profili professionali di cui avrebbero bisogno, una difficoltà che nel giro di due anni è passata da un caso su tre a quasi uno su due.
Il bollettino annuale
È lo scenario delineato per le Marche dal Bollettino annuale 2023 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal, che rispecchia nella nostra regione la tendenza favorevole che emerge a livello nazionale, che è ancora più intensa (+6,4%).
Sono oltre 140mila le entrate di personale programmate dalle imprese nel 2023 nelle Marche e l’aumento del 5,1% (quasi 7mila unità in più) allarga ancora il divario positivo con il livello pre pandemia (+32.600 rispetto al 2019), peraltro superato di slancio già dal 2021.
L’esperienza richiesta
Cala anche la richiesta di esperienza delle figure in ingresso (dal 64,5 al 63,7%) mentre si amplia anche la quota (dal 29,2% al 31%) delle entrate di personale in sostituzione di dipendenti in uscita. È il settore dei servizi a trainare la crescita del 2023 nelle Marche «grazie alle oltre 84mila entrate previste (il 60% del totale) - si legge nel report curato da Camera di commercio delle Marche - e a una crescita su base annua del +6,9%, mentre l’industria, con circa 56mila entrate, si ferma a +2,6%».
Il turismo (31.810 entrate +14,6%) e il commercio (17.940; +11,8%) assorbono gran parte della domanda del terziario marchigiano (59%), mentre l’industria beneficia soprattutto dell’incremento delle previsioni di assunzione del sistema-moda (8.950 entrate programmate, +24%) e delle costruzioni (12.960, +10,2%).
Ma quali lavori offrono più opportunità di assunzione? Il maggior numero di entrate del 2023 riguardano agli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (27.140 previste), seguiti sul podio (ma a distanza) dagli addetti alle vendite (10.920) e dal personale non qualificato nei servizi di pulizia (8.430). E le figure professionali più difficili da reperire? Anzitutto dirigenti (85,2%) operai specializzati (63,2%) e professioni tecniche (58,3%). È soprattutto l’industria a doversi confrontare con le maggiori di difficoltà di reperimento (57% delle entrate previste) con picchi nei settori tessili abbigliamento e calzature (61,2%), del legno e del mobile (60,1%), fabbricazione di macchinari (68,7%), metallurgico (63,1%).
Il titolo di studio
Non sempre il titolo di studio è una carta decisiva per l’ingresso nel mondo del lavoro. Solo per il 10% circa delle 140mila entrate previste nelle Marche le imprese ritengono necessario un livello di istruzione terziario (laurea o diploma ITS Academy), mentre nel 70% dei casi sono orientate verso un diploma e in quasi il 20% ci si accontenta dell’obbligo scolastico. Le lauree più richieste sono quelle a indirizzo economico (3.560), seguite da quelle a indirizzo insegnamento e formazione (2.000). Ma le Marche sono una regione per giovani? Non si direbbe, visto che solo un terzo delle entrate previste è rivolto ai giovani fino a 29 anni. La percentuale supera però il 40% in alcuni settori, come ad esmpio i servizi finanziari e assicurativi (52,1%), l’industria della carta (45,8%) e i servizi informatici e telecomunicazioni (45,5%), ristorazione e turismo (44%).