Gino Sabatini (presidente Camera di commercio): «Qui con i brand leader crescono le nuove leve»

gino sabatini
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di Véronique Angeletti
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Sabato 13 Aprile 2024, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Gino Sabatini, secondo il rapporto Excelsior solo il 10% delle richieste sono riservate all’assunzione di laureati, come presidente della Camera di Commercio delle Marche, come legge questi dati sull’occupazione?

«Attraverso queste cifre possiamo analizzare la manifattura e il terziario, settori che necessitano di maggiore mano d’opera. Questo non significa che non hanno bisogno di laureati ma vuol dire che, in questo momento dell’anno, hanno necessità di giovani preparati tecnicamente».

Quindi?

«Sono numeri che si riferiscono alla preparazione della stagione turistica e alla concomitanza di vari fattori: sono tante le aziende che cercano, nello stesso momento, figure con qualifiche tecniche precise per le loro linee produttive e non profili manageriali.

Così, la richiesta di personale tecnico da parte del sistema delle imprese che, da sempre, è superiore a quella di laureati, si manifesta con numeri ancora più evidenti».

Esiste un problema di formazione?

«Dal punto di vista delle competenze, no. Le università marchigiane, oltre a essere centri di formazione, sono ottimi acceleratori e incubatori che favoriscono le reti con il mondo. Ma dagli incontri che abbiamo avuto con i giovani, anche attraverso il nostro Osservatorio, con le scuole e gli atenei è emerso un gap che in parte potrebbe spiegare il fatto che solo un posto su dieci va ai nostri laureati».

Ovvero?

«I nostri ragazzi, anche alle prime esperienze lavorative, sono alla ricerca di un inquadramento più importante e sostengono che non lo trovano presso le aziende marchigiane. Un problema che dobbiamo valutare, per comprendere se realmente ci sono delle aspettative non soddisfatte. Ma ritengo che nella nostra regione esistono grandi aziende e brand leader che possono far crescere le nuove leve».

Come si può favorire l’interazione tra aziende e laureati?

«Prima di tutto indagando sui profili ricercati dalle imprese e cercando di comprendere quali sono le esigenze. Poi andrebbero create occasioni di incontro. Questo si può fare collaborando con le università. Inoltre, ci deve essere uno stretto connubio tra le imprese e il sistema delle associazioni, con il mondo della formazione, per individuare percorsi idonei per i nostri giovani. Infine dobbiamo pensare ad applicare il sistema duale come in Germania».

Ossia?

«Il Duales Studium che individua tre tipi di percorsi - scienze economiche, ingegneria e informatica - e prevede l’accostamento dello studio universitario a una formazione di tipo professionale, orientata all’acquisizione di competenze in un particolare mestiere».

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