ANCONA - Il fronte della sicurezza sul lavoro nelle Marche continua a preoccupare : gli infortuni sul posto di lavoro sono in netto aumento. Secondo le ultime rilevazioni dell'Inail, aggiornate al 29 febbraio 2024 e rielaborate dalla Cisl Marche, i dati sono allarmanti: le denunce di infortunio passano da 1174 a 1214 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (febbraio2023). Ancora più significativo è il confronto tra i primi due mesi del 2023 e del 2024, con un balzo da 2434 a 2487 casi.
«Particolarmente colpito è il settore industriale, che registra un incremento dagli 1794 infortuni del primo bimestre 2023 ai 1844 del 2024. – sottolinea Luca Talevi, segretario regionale Cisl Marche – Una tendenza che ci preoccupa e ci deve far riflettere sull’efficacia delle misure di sicurezza messe in campo»
Il quadro si fa ancor più dettagliato analizzando i dati provincia per provincia: se da una parte territori come Ancona, Ascoli e Pesaro vedono una drammatica crescita degli incidenti, con numeri che passano rispettivamente da 811 a 868, da 295 a 315 e da 507 a 631, dall'altra Macerata e Fermo registrano una lieve diminuzione degli infortuni.
Un segnale positivo proviene dalla riduzione degli infortuni mortali, scesi da 5 del primo bimestre del 2023 a 2 dello stesso periodo del 2024.
Marco Ferracuti, Segretario Generale Cisl Marche, commenta: «L'andamento degli infortuni sul lavoro si è cronicizzato nel tempo, dagli anni '80 ad oggi la tendenza è purtroppo sostanzialmente invariata, servono azioni concrete a medio-lungo periodo. No proclami o scioperi. Per questo sabato 13 aprile saremo a Roma, con i nostri delegati e rappresentanti per la sicurezza provenienti da diversi settori produttivi della regione, per l’Assemblea nazionale Cisl “Fermiamo la scia di sangue. Sicurezza sul lavoro: un impegno comune”. – conclude - Continuiamo ad incalzare le istituzioni, il sistema delle imprese e delle autonomie locali perché è ora di agire concretamente e responsabilmente per garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti i lavoratori. Dobbiamo, tutti insieme, arrestare questa scia di sangue».