Edilizia scolastica, Baldelli non ha dubbi: «Servono 250 milioni per coprire il fabbisogno marchigiano»

Edilizia scolastica, Baldelli non ha dubbi: «Servono 250 milioni per coprire il fabbisogno marchigiano»
​Edilizia scolastica, Baldelli non ha dubbi: «Servono 250 milioni per coprire il fabbisogno marchigiano»
di Martina Marinangeli
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Martedì 14 Febbraio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 11:16

Francesco Baldelli, assessore regionale all’Edilizia scolastica: per gli istituti marchigiani arrivano altri 27,5 milioni di euro, che vanno a sommarsi agli oltre 15 milioni stanziati ad inizio legislatura per il Piano triennale ed ai 18,8 milioni del bando Pnrr dello scorso febbraio. Un pacchetto da oltre 60 milioni per modernizzare edifici per lo più molto datati. Bastano per portare le scuole delle Marche, se non nel futuro, almeno nel presente?
«Lo considero un punto di partenza. Il fabbisogno finanziario per rendere gli edifici scolastici all’altezza dei bisogni di studenti, professori e personale scolastico, sfiora i 250 milioni di euro».

 
Dunque parliamo di un quarto del fabbisogno: il resto?
«Due anni fa abbiamo chiesto al Ministero di tornare a finanziare i piani triennali delle Regioni per gli interventi su strutture, in molti casi, vecchie e inadeguate. La scia delle risorse legate al Pnrr apre la strada per migliorare, soprattutto a livello qualitativo, il patrimonio edilizio delle scuole marchigiane, che, ricordo, è un patrimonio in capo ai Comuni e alle Province».

Si investe per rendere le scuole innovative e moderne, ma nell’entroterra e nelle aree del cratere del sisma ogni anno aleggia lo spettro dell’accorpamento delle classi a causa delle poche iscrizioni. Non si rischia di realizzare “cattedrali nel deserto”, istituti innovativi e sicuri ma senza studenti?
«La scuola deve essere, non solo un luogo sicuro e salubre per l’apprendimento e la crescita culturale dei nostri ragazzi, ma divenire nel tempo un polo di attrazione e socialità per il contesto urbano in cui si trova, soprattutto nei centri che soffrono da anni di un lento e progressivo spopolamento».

In che modo?
«Servizi primari, come ospedali, infrastrutture viarie e digitali, scuole, sono fondamentali per invertire questa tendenza.

Per questo motivo è importante che la scuola rappresenti un luogo da utilizzare anche per usi extra-scolastici, integrandosi, laddove sia possibile, con il sistema della mobilità sostenibile, le aree di sosta ed i percorsi pedonali».

Modello campus americani, insomma.
«Questa idea di scuola punta sulla qualità e sull’innovazione dei progetti, coinvolge le categorie economiche e gli ordini professionali, come quello degli Architetti e degli Ingegneri. E aggiungo un’ultima cosa».

Prego.
«Come assessorato ai Lavori Pubblici e all’Edilizia scolastica abbiamo inserito nei bandi criteri innovativi per progettare edifici sicuri, green, salubri e aperti alle comunità locali, con la previsione di spazi flessibili e anche attrezzati all’esterno per attività didattiche, sportive ed extra scolastiche. La scuola deve poter rappresentare una risorsa sociale per tutti»

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