Infrastrutture, l'assessore Baldelli esulta:«Prima di noi solo interventi spot nelle Marche. È stato colmato un vuoto di 12 anni»

L'assessore Baldelli esulta:«Prima di noi solo interventi spot nelle Marche. È stato colmato un vuoto di 12 anni»
L'assessore Baldelli esulta:«Prima di noi solo interventi spot nelle Marche. È stato colmato un vuoto di 12 anni»
di Martina Marinangeli
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 07:00

Assessore Francesco Baldelli, titolare della delega alle Infrastrutture: il Piano che avete condiviso giovedì con le associazioni di categoria ha l’ambizioso obiettivo di connettere le Marche al loro interno e oltreconfine. Considerando che l’isolamento è sempre stato il tallone d’Achille della nostra regione, sembra più una mission impossible. Come contate di fare?
«Per la prima volta forniamo una visione d’insieme e integrata di quello che deve essere il potenziamento infrastrutturale della nostra regione. L’ultimo piano delle infrastrutture era del 2012 e, di fatto, era rimasto sulla carta. Si è proceduto per interventi puntuali, senza una strategia d’insieme». 

 
E ora come intendete invertire la rotta?
«Abbiamo colmato un vuoto di 12 anni.

Il primo passo l’abbiamo fatto nel 2021 con il masterplan delle infrastrutture stradali. Da lì siamo partiti e abbiamo poi messo in campo un fondo rotativo di progettazione da 12 milioni di euro, a cui si aggiungono i 2 milioni per la Val Potenza. Perché senza i progetti, non ci sono neanche le opere. Abbiamo fatto tesoro dei contributi contenuti nel ‘decalogo’ delle priorità indicate dalle associazioni di categoria e dei punti presenti nel Libro Bianco della Camera di Commercio regionale, e abbiamo istituito un tavolo delle infrastrutture con le categorie. Il gioco di squadra con la filiera economica e istituzionale funziona ed è un metodo che sintetizzeremo in un brand riconoscibile».

Alcune opere, come la Pedemontana e la Ss16 a 4 corsie, sono già in corso, ma per altre, ugualmente fondamentali, non ci sono neanche i progetti. Pensiamo ad esempio alla terza corsia della A14, o al raddoppio del tratto ferroviario tra Fabriano e Foligno. Per non parlare dei binari in arretramento per l’Alta velocità sull’Adriatica: riuscirete a portarle a casa? 
«Siamo stati realisti nell’elaborazione del Piano e per questo abbiamo previsto un cronoprogramma suddiviso in tre fasce: l’ultima, quella con l’orizzonte temporale più lungo, riguarda proprio le opere che verranno progettate nei prossimi anni e per le quali si individueranno i finanziamenti entro il 2032. L’idea, a cui lavoriamo, di un brand riconoscibile serve proprio a dare l’immagine concreta e dinamica dell’impegno comune nell’individuare le opere da realizzare, quelle da progettare e le altre su cui trovare i finanziamenti».

Una parola per definire il Piano?
«Ne userò quattro, che sono quelle da porre alla base dello sviluppo infrastrutturale della nostra regione: sostenibilità, inter e multimobilità, sicurezza e opportunità». 


Opportunità di veder uscire le Marche dal Medioevo infrastrutturale?
«Opportunità contro le disuguaglianze territoriali per far tornare le Marche ad essere una regione sviluppata. Le infrastrutture sono pre-condizione di sviluppo».

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