Cresciamo meno dell’Italia, l'allarme della Confartigianato: «Carenza di commesse e troppi magazzini pieni»

Cresciamo meno dell’Italia, l'allarme della Confartigianato: «Carenza di commesse e troppi magazzini pieni»
Cresciamo meno dell’Italia, l'allarme della Confartigianato: «Carenza di commesse e troppi magazzini pieni»
di Antonio Pio Guerra
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Sabato 17 Febbraio 2024, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 12:14

ANCONA - Le Marche crescono. La notizia è questa ed arriva assieme ai dati elaborati dalla Confartigianato marchigiana e presentati ieri alla presenza della sottosegretaria all’Economia Lucia Albano. Una crescita col lumicino, però. Le stime sul Pil 2024 degli artigiani raccontano infatti di un prodotto interno lordo marchigiano che quest’anno crescerà dello 0,4%. Tanto per fare un esempio, il dato nazionale fa segnare +0,7%. E non è l’ultimo caso nel quale la nostra regione si assesta sotto la media italiana.

I gap da sanare

Molte le questioni messe sul tavolo da Confartigianato. «La manifattura sta registrando una crescita importante della cassa integrazione» fa notare Gilberto Gasparoni, segretario della sezione marchigiana dell’associazione.

Scavando nei dati messi a disposizione emerge come siano state quasi 900mila le ore di cig rendicontate nelle Marche l’anno passato (o 9,4 milioni di euro se le vogliamo tradurre in termini economici). Sono le percentuali, però, quelle che rendono per davvero l’idea. Rispetto ai 12 mesi precedenti, l’aumento delle ore di cassa integrazione nel 2023 è stato del 54%. Il settore più colpito è quello della moda, che da solo rappresenta il 47,6% del monte ore complessivo. Numeri «in parte derivanti dalla carenza di commesse ed in parte dai magazzini che sono pieni» spiega Gasparoni. La situazione non migliora se guardiamo all’export, comparto che negli anni passati aveva fatto faville ed aiutato la regione a riprendersi dalla batosta Covid. Nei primi nove mesi del 2023, infatti, le esportazioni no energy (esclusi cioè carbone e petrolio, che pesano per il 3,2% del totale) sono calate del 9%. Si fa sentire soprattutto il crollo del settore farmaceutico, al netto del quale la media fa segnare -2,7%. Nonostante tutto, il saldo tra cessazioni e nuove aperture del 2023 è tendente allo 0. Più precisamente: -0,07%. L’Italia, di nuovo, fa meglio con +0,70%. «Questo è un periodo di leggera difficoltà, ma alla fine la crescita prevista per il 2024 c’è. È un dato che va visto positivamente. Le difficoltà legate al Mar Rosso così come i costi dell’energia ed il problema infrastrutturale, nella somma delle cose devono farci ritenere discretamente soddisfatti» commenta il vicepresidente di Confartigianato Marche Paolo Longhi.

Il nodo

Ecco, le infrastrutture. «Abbiamo carenze importanti in zone dove abbiamo tanta manifattura», avverte. L’istanza è stata raccolta anche dall’onorevole Albano. «Le infrastrutture sono il tema centrale dello sviluppo di questa Regione» certifica. Lei stessa racconta di «dover passare per l’Abruzzo» per andare dalla sua San Benedetto a Roma. Qualcosa si è mosso, si vedano la Guinza o l’Ultimo Miglio. Basta? Certo che no. «Le Marche sono una realtà centrale per l’Italia, cerniera tra Nord e Sud che solo noi possiamo costruire» conclude Albano. Una cerniera che oggi più che mai necessita di una bella lubrificazione.

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