Le mani dell' 'ndrangheta sulle nostre aziende e lo spaccio di droga gestito dalla criminalità straniera: ecco il dossier Marche della Dia

Le mani dell' 'ndrangheta sulle nostre aziende e lo spaccio di droga gestita dalla criminalità straniera: ecco il dossier Marche della Dia
Le mani dell' 'ndrangheta sulle nostre aziende e lo spaccio di droga gestita dalla criminalità straniera: ecco il dossier Marche della Dia
di Maria Teresa Bianciardi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Aprile 2023, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 15:25

ANCONA - Il porto di Ancona potenziale crocevia per il traffico di droga, sigarette di contrabbando, rifiuti speciali e merci contraffate mentre le aziende marchigiane fanno gola alle attività criminali di stampo mafioso, specialmente all' 'ndrangheta che si è già infiltrata nel territorio regionale. E poi la droga: il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle Marche è gestito soprattutto da sodalizi stranieri, ma anche dalla criminalità italiana.

È questa la radiografia della nostra regione effettuata dalla Dia, la Direzione investigativa antimafia, nell'ultimo dossier semestrale presentato in Parlamento, che fotografa i movimenti della criminalità organizzata in tutta Italia effettuando un dettagliato report anche nelle province.

Ne affiora che «La regione è caratterizzata da una elevata densità di imprese operanti nei vari settori dell’agroalimentare, del manifatturiero e del turismo. Il sistema produttivo, per lo più basato su imprese di piccole e medie dimensioni, potrebbe essere potenzialmente attrattivo per la criminalità organizzata soprattutto con scopi di riciclaggio e reinvestimento dei capitali illecitamente acquisiti».

Ricostruzione e fondi Pnrr, il rischio infiltrazioni mafiose

«Il territorio marchigiano, colpito dal sisma del 2016, continua ad essere interessato dai lavori di demolizione, smaltimento delle macerie, nonché dalle opere di ricostruzione che impegnano considerevoli finanziamenti pubblici, non ultime le importanti  risorse assegnate alla Regione Marche con il Pnrr, i fondi Next Generation Ue e i Fondi Strutturali della Programmazione 2021-2027, che devono mantenere alta l’attenzione per il contrasto alle infiltrazioni mafiose», il legge nel dossier della Dia.

Dall’attività di analisi e dalle investigazioni è emerso che ad oggi non emergono associazioni criminali radicate nel territorio marchigiano ma sono state rilevate propaggini riconducibili alle mafie tradizionali. «In particolare, è da tempo documentata la presenza e l’operatività di soggetti di matrice ‘ndranghetistica interessati prevalentemente all’infiltrazione del tessuto economico ed imprenditoriale. Il fenomeno della criminalità di matrice straniera si è andato progressivamente consolidando mediante la presenza di gruppi criminali che sono riusciti a ritagliarsi notevoli spazi. Tra i sodalizi composti da extracomunitari, negli ultimi anni si confermano episodi delittuosi commessi dalla criminalità albanese, nigeriana, pakistana e afghana».

Il porto di Ancona e la criminalità organizzata

La provincia di Ancona si è rivelata area di interesse della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla ‘ndrangheta per il riciclaggio e il reinvestimento dei capitali illecitamente acquisiti. «Si conferma l’operatività di organizzazioni criminali straniere dediti perlopiù al settore dello smercio di droga. Il 19 marzo 2022, nell’ambito dell’operazione “Mezza Luna d’oro“, la Polizia di Stato traeva in arresto un pakistano a capo di un’organizzazione criminale composta da soggetti stranieri impegnati in un traffico internazionale di droga approvvigionata dal Pakistan». Il porto di Ancona inoltre potrebbe costituire un potenziale crocevia utilizzato dalla criminalità per il transito di sostanze stupefacenti, sigarette di contrabbando, merci contraffatte e rifiuti speciali.

Il monitoraggio nelle altre province marchigiane

Sebbene nel semestre non vi siano stati episodi di rilievo, nel corso degli anni le investigazioni hanno consentito di appurare come il traffico e lo spaccio di droga «costituisca la principale attività illecita che interessa il territorio regionale da parte sia di sodalizi stranieri, sia della criminalità italiana. Infine, il tentativo di eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio trova riscontro nel monitoraggio delle attività imprenditoriali operato dai Gruppi interforze presso le Prefetture».

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