«Le Marche? Gente vera, ottimo cibo. Qui c’è un mix favoloso» Ecco come ci vedono gli stranieri ospiti del Centro Studi Italiani di Urbania

Il prof Bales: «Un’immersione totale». Dall’Illinois cercavano Firenze, hanno scoperto Urbino

Come ci vedono gli stranieri ospiti del Centro Studi Italiani di Urbania
Come ci vedono gli stranieri ospiti del Centro Studi Italiani di Urbania
di Beatrice Giannotti
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Lunedì 12 Giugno 2023, 03:05
URBANIA Le Marche si apprestano a vivere il clou di una stagione turistica che nelle aspettative degli operatori, meteo permettendo, dovrebbe far segnare un +10% (stime fatte da Concommercio ad aprile) rispetto ai 2,5 milioni di arrivi e agli 11,3 milioni di presenze di un 2022 già da record. Ma come vedono la nostra regione gli stranieri? Un osservatorio privilegiato per comprendere la percezione del brand Marche all’estero è senz’altro il Centro Studi Italiani di Urbania, frequentato tutto l’anno, specie d’estate, da stranieri, in particolare americani, canadesi, panamensi e cinesi, che arrivano nel suggestivo borgo della provincia di Pesaro Urbino per imparare la nostra lingua e fare anche turismo esperienziale. Per conoscere e capire le Marche, vivendole. 


Arrivano centinaia di studenti con background vario e differenti età, alcuni accompagnati dai propri docenti, altri no. Ma la filosofia e il principio che muove le attività proposte, non cambia: la base sono dei corsi di lingua italiana, esperienza che viene anche esercitata “sul campo” con numerose attività che permettono di scoprire la regione Marche, con un occhio particolare alle tradizioni gastronomiche, culturali, paesaggistiche e numerose attività, anche pratiche, per conoscere arti come quella della ceramica, della panificazione, il mondo dei mulini a pietra.


La sesta volta


Ma gli ospiti del Centro Studi come vedono le Marche? Lori Bales, docente della Millikin University, in Decatur, Illinois è la sesta volta che viene con i suoi studenti. «Si tratta di una immersione totale nella cultura italiana, nelle Marche, importantissima per imparare la lingua.

Sono le persone che incontriamo ad Urbania che fanno la differenza, una cittadina che permette di avere la giusta attenzione. Le attività sono coinvolgenti, vediamo come si preparano cibi, le procedure, le ricette, proviamo a fare anche noi pasta, pizza, giriamo, scopriamo. Vedere come viene fatto il cibo è per noi molto interessante, nei nostri fast food non ci interessiamo troppo delle procedure e delle preparazioni. Qui c’è un mix vincente tra cibo, persone autentiche, arte, cultura.».


Dopo il Covid


David Zacker, docente di filosofia al Elgin College, in Illinois, è per la seconda volta a Urbania, è tornato dopo il Covid. «Cercavamo un’esperienza per scoprire persone, storie, situazioni autentiche». Erano interessati a Firenze, per la storia, ma hanno poi scoperto la storia del rinascimento a Urbino e nelle zone limitrofe, arrivando così a Urbania «L’esperienza che possono avere gli studenti in una città piccola è completamente differente molto più arricchente e formativa. Le persone sono più genuine, amichevoli. Un aspetto molto importante per gli studenti per imparare, davvero, la cultura del paese. Un concentrato di esperienze che non possono che fare bene ai ragazzi per capire la vera vita italiana».

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