Sirene, pluviometri e web. La Regione Marche: «Mai più alluvioni-killer»

Sirene, pluviometri e web. La Regione Marche: «Mai più alluvioni-killer»
Sirene, pluviometri e web. La Regione Marche: «Mai più alluvioni-killer»
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Venerdì 3 Novembre 2023, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 10:05

ANCONA -  La notte del 15 settembre di un anno fa, l’allarme della sala operativa della Protezione civile regionale ai sindaci del bacino idrografico del Misa-Nevola partì pochi minuti dopo le 22, quando l’onda di piena raggiunse l’idrometro di Bettolelle, alle porte di Senigallia, l’unico classificato come “significativo”, tale cioè da far scattare l’obbligo di segnalazione ai sindaci dalla Soup. Già due ore prima, 30 chilometri più a monte della stessa vallata, le esondazioni del torrente Nevola e poi del fiume Misa avevano iniziato a trascinare via dei poveri cristiani ignari del pericolo, che verso l’ora di cena si trovarono a transitare sui ponti o vicino ai corsi d’acqua o addirittura scesero nei garage per mettere l’auto al sicuro.


L’allarme anticipato


Con un sistema di allertamento basato anche sui pluviometri, che la Procura rimprovera ora ai responsabili della protezione civile regionale di non aver inserito in rete, l’allarme sarebbe forse scattato almeno un’ora e mezzo prima delle esondazioni registrate a Castelleone di Suasa, Ostra, Barbara e altri comuni della media vallata: il pluviomentro di Arcevia, il comune più a monte, raggiunse il livello di allarme alle 18 e 34. Il pm Fabio Picuti negli inviti a comparire dedica un passaggio anche alla questione degli idrometri “significativi”, rimproverando ai vertici della protezione civile regionale di non averne individuato uno, collocato a monte della vallata, davvero in grado «di allertare adeguatamente e in tempo utile tutti i comuni del bacino del Misa». 
Ma il tempo, da quella tragica alluvione a oggi, non è trascorso invano, se è vero che - come aveva ricordato in occasione dell’anniversario del 15 settembre il direttore della Protezione civile delle Marche Stefano Stefoni, ora tra gli indagati - «tutto il sistema di monitoraggio e allertamento è stato ripristinato, aggiornato e tarato in base agli eventi degli ultimi anni, che prima non si erano mai verificati con così forte intensità».


Idrometri ritarati


Accanto a lui, nella conferenza stampa, c’era l’assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi. «Abbiamo ripristinato e ritarato gli idrometri per far partire prima l’allerta», aveva detto Aguzzi.

A luglio, con i risultati di uno studio commissionato alla Fondazione Cima (ente di ricerca specializzato in prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici) Regione Marche aveva preso atto della necessità di adottare altri sistemi di allerta, attivando anche i pluviometri, che monitorano anche la quantità di pioggia caduta. E rispondendo a un’interrogazione in consiglio regionale, Aguzzi aveva parlato dei pluviometri, insieme ad altre implementazioni de sistemi di allertamento lungo i corsi d’acqua: sirene per annunciare il pericolo di una piena, un nuovo sito web per la diffusione delle informazioni sulle allerte meteo attivo dal 16 giugno (www.allertameteo.regione.marche.it ).


Le notifiche


Si era parlato anche della possibilità di introdurre un’app per l’invio di notifiche alla cittadinanza sull’emergenza meteo, ma questo compito potrebbe essere demandato a “IT-Alert”, il nuovo sistema nazionale di allarme pubblico che, in caso di emergenze non solo meteo, raggiunge con un Sms i cellulari connessi nei territori interessati. Le Marche hanno iniziato a sperimentarlo il 12 settembre. Regione Marche ha anche commissionato uno studio all’Università di Firenze per opere strutturali da realizzare come vasche di espansione, nuove arginature e invasi a monte.
 

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