Tibaldi, direttore prevenzione Asur: «I nuovi contagi? Non vaccinati o solo una dose. Da evitare quarantene di classe a scuola»

Tibaldi, direttore prevenzione Asur: «I nuovi contagi? Non vaccinati o solo una dose. Da evitare quarantene di classe a scuola»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 13 Agosto 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 08:13

Dottor Alberto Tibaldi, coordinatore del Dipartimento di prevenzione dell’Asur, da metà luglio l’incidenza del contagio è aumentata a ritmi sostenuti nelle Marche: che impatto ha avuto sul tracciamento?
«Riusciamo a garantirlo perché le risorse umane del dipartimento di prevenzione, temporaneamente spostate nella macchina vaccinale, sono tornate di nuovo a coprire questa tipologia di attività nel momento in cui i casi hanno ripreso a crescere. Inoltre, l’ultima circolare emanata dal ministero della Salute ci permette di dare misure meno restrittive alla classificazione dei cosiddetti contatti stretti ad alto rischio e basso rischio». 

Due anziani contagiati nella struttura sanitaria, tra il personale c'è chi non è vaccinato


In che cosa consistono queste nuove misure? 
«Distinguono i soggetti vaccinati dai non vaccinati. Il soggetto vaccinato ad alto rischio può avere una quarantena ridotta a 7 giorni, con tampone molecolare alla conclusione di questo lasso di tempo. Senza tampone, l’isolamento resta di 14 giorni. Nel caso in cui il soggetto fosse a basso rischio, invece, potrebbe anche non fare la quarantena». 
Cosa si intende con alto e basso rischio? 
«Sono parametri che dipendono dalle modalità con le quali la persona è stata a contatto con il soggetto positivo, in termini di distanziamento, uso di mascherina e disinfettanti, permanenza in locale chiuso e non areato oppure all’aperto. Se le misure di prevenzione sono state rispettate, il soggetto viene considerato a basso rischio». 
Per i non vaccinati restano invece vigenti i parametri precedenti? 
«Sì, quindi 14 giorni di quarantena e test molecolare. Se risulta ancora positivo, si procede fino ai 21 giorni». 
La maggior parte delle persone che risultano positive al tracciamento sono non vaccinate? 
«Sì, prevalentemente non vaccinati. Ma in eventi dove non c’è stato il rispetto dei parametri di prevenzione, capitano anche soggetti magari con una sola dose. Confermiamo che il vaccino garantisce copertura dalle forme cliniche: come noto, questo siero ha come strategia quella di proteggere dalla malattia, non è stato sperimentato per inibire la circolazione virale». 
Più casi nel setting domestico o contagio più legato ad eventi sociali? 
«Prevalentemente ad eventi sociali. A seguire, setting domestico». 
Effetto Europei in primis?
«Il periodo coincide, ma per stabilire una correlazione dovremmo raccogliere parametri standard che mettano a comune denominatore gli Europei. Occorre un’analisi epidemiologica puntuale nel merito, ma sicuramente una correlazione c’è». 
A settembre riapriranno le scuole: rischiamo un’ulteriore impennata di casi? 
«Ci sarà un evento da gestire, ma abbiamo una buona fetta del personale scolastico vaccinata. E poi si sta comunque lavorando per una scuola in presenza con misure strategiche per la gestione delle eventuali positività, come gli screening». 
Con queste misure si potranno evitare le quarantene “di classe” viste negli ultimi due anni? 
«L’intenzione è questa, ma bisogna fare i conti con quella che sarà la popolazione vaccinata per il mese di settembre e lo sviluppo delle varianti».

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