Il sindaco di Pesaro difende il progetto del bypass ferroviario e critica la Regione: «Questa è un’occasione storica, non ci si rende conto del valore»

Matteo Ricci
Matteo Ricci
di Martina Marinangeli
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Martedì 12 Aprile 2022, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 14:52

ANCONA Un braccio di ferro che si fa sempre più duro quello tra il sindaco Matteo Ricci e la Regione in merito all’arretramento della linea ferroviaria Adriatica nel tratto di Pesaro. Dopo il botta e risposta a distanza tra il primo cittadino e l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli andato in scena negli scorsi giorni, Ricci è tornato ieri sulla questione del potenziamento della tratta Bologna-Bari dall’aula del Consiglio comunale, lanciando un appello direttamente a Palazzo Raffaello.

Dieci anni e 12 miliardi, l’unico piano sulla carta realizzato dall'ordine degli ingeneri di Ancona

 «Non si può giocare con un’opportunità storica come quello dell’arretramento della ferrovia, perché il rischio che corre la regione è quello di rimanere isolata», ha sottolineato, aggiungendo poi di essere «molto avvilito e infastidito per il dibattito che si è creato in Regione, perché non ci si rende conto di quale sogno possa realizzarsi per la provincia. Quello della ferrovia è un tema fondamentale dal punto di vista ambientale e dello sviluppo delle Marche, perché il passaggio di più treni significa avere più sviluppo e meno inquinamento. Vorrei fosse chiaro a tutti».


La situazione
Il quadro è complicato: l’Alta velocità in arretramento e la conversione della linea Adriatica in metropolitana di superficie sono state definite dal ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini «una soluzione non percorribile». Ma il potenziamento della direttrice Bologna-Lecce – finanziato dal Mims con 5 miliardi di euro - quale tratta privilegiata del trasporto merci, con una prospettiva di incremento del carico merci fino a 176 treni al giorno - contro i 40 attuali – viene bollata come «irricevibile» dalla Regione. Tra gli interventi in programma, oltre al bypass di Pesaro - un progetto del costo complessivo di 1.2miliardi di euro, che prevede anche la realizzazione della Green Line, una nuova circonvallazione attraversabile a piedi e in bicicletta, al posto delle attuali rotaie –, il potenziamento degli impianti a Fano e Senigallia, l’adeguamento del tracciato in alcune curve a Osimo, Varano e Porto Recanati, lo spostamento verso nord della stazione di Loreto, le varianti di tracciato nei comuni di Pedaso, San Benedetto, Porto d’Ascoli e Alba Adriatica.

Tuttavia, l’aumento di flusso dei treni che si genererà – con conseguente inevitabile inquinamento acustico – ha destato la preoccupazione di molti Comuni costieri attraversati dai binari.


L’affondo
Preoccupazione di cui si è fatto portavoce il governatore Francesco Acquaroli, che il 30 marzo ha chiesto al ministro Giovannini un incontro con sopralluogo sul territorio. Ed è proprio ad Acquaroli che Ricci rivolge il suo appello: «In momenti storici come questi non si possono avere amministratori che rischiano di fare danni, non conoscendo i quartieri di Pesaro». Il sindaco ha poi ripercorso l’iter che ha portato all’inserimento del piano di fattibilità dell’arretramento della ferrovia nella proposta di finanziamento di 5 miliardi (suddivisi in 5 regioni: Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia) per il potenziamento della Bologna-Lecce. «Sono fondi del Bilancio pluriennale dello Stato, che arriva fino al 2033. Dopo una forte discussione nazionale dovuta al fatto che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non erano stati inseriti progetti che riguardavano la tratta adriatica, il ministro Giovannini è riuscito a convincere il premier Draghi e il ministro dell’Economia Franco a stanziare 5 miliardi per la Bologna-Lecce». Allo stesso tempo, prosegue Ricci nella sua ricostruzione, il ministro alla Infrastrutture e Trasporti «ha chiesto l’inserimento della tratta nei corridoi Ten-T». Una rete che favorisce l’integrazione dei Paesi europei in vista di un mercato unico e «che prevede un processo di ammodernamento continuo che potrebbe portare ad una rete in grado di accogliere un treno ogni 8 minuti». La questione della ferrovia sarà al centro degli Stati generali delle Infrastrutture, in programma giovedì alle 17.30 a Palazzo Antaldi a Pesaro.

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