C’è la sfida dei fondi europei, si comincia con 27 milioni per bandi che ne valgono 180. Ecco chi può partecipare

L'assessore regionale Guido Castelli
L'assessore regionale Guido Castelli
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Aprile 2022, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 08:32

ANCONA - Un miliardo per far tornare le Marche tra le regioni più sviluppate, dopo la retrocessione nel gruppo di quelle in transizione. Domani verranno approvati in Consiglio regionale i Por Fesr ed Fse+, fondi europei declinati sulle azioni da portare avanti nel territorio. A fronte di un totale dei programmi pari a circa 882 milioni di euro, la Regione deve cofinanziare con risorse proprie circa 132 milioni di euro e la giunta, in sede di bilancio triennale 2022-24, ha già previsto le risorse per il cofinanziamento della nuova programmazione, pur nell’incertezza dei tempi per l’approvazione e l’avvio dei programmi.

 
In bilancio
In particolare, sono già stati inseriti a bilancio 27 milioni, di cui 9 per il Por Fse e 18 per il Por Fesr. «Tali risorse – spiega l’assessore al Bilancio Guido Castelli – consentiranno di avviare, già nel 2022, subito dopo l’approvazione da parte dell’Unione europea, i primi interventi della nuova programmazione, per attivare immediatamente bandi e avvisi per un importo complessivo di 180 milioni di euro (tenuto conto che i 27 milioni della quota regionale rappresentano la quota del 15%, grazie alla quale si attivano anche tutte le risorse comunitarie e nazionali)».


Gli interventi
Nell’ambito della nuova programmazione Fse, sono stati stanziati 12 milioni di euro per la realizzazione di un intervento a favore degli enti del Terzo settore, precedentemente mai coinvolti nella gestione di azioni cofinanziate da questo segmento dei fondi europei. «Il finanziamento degli enti (Onlus, organizzazioni di volontariato, ecc.) sarà subordinato al rispetto di due criteri: l’innovatività dei progetti e la loro ricaduta occupazionale», prosegue il titolare della delega.

Le ricadute occupazionali saranno valutate tenendo conto del numero di occupati che i progetti presentati saranno in grado di creare. «Con le risorse del nuovo periodo di programmazione –fa sapere Castelli -, si sta anche valutando di creare un fondo specificamente destinato alle imprese in crisi che consenta l’immediata attivazione a favore delle stesse imprese di interventi di formazione continua e/o l’immediata erogazione, a favore dei loro dipendenti, di incentivi per la realizzazione di borse lavoro, per la mobilità professionale o per la creazione di impresa. L’idea è quella di attivare il fondo per le aziende in crisi nell’ambito del Programma complementare che, finanziato con sole risorse nazionali, consente margini di manovra più ampi del Por Fse + che è obbligatoriamente vincolato al rispetto delle disposizioni regolamentari». 


Le risorse
L’obiettivo è disporre di criteri oggettivi per stratificare l’utenza tenendo conto di quanto questa sia più o meno distante dal mercato del lavoro (costruendo i cosiddetti “indici di occupabilità) in modo da targetizzare gli interventi di politica attiva e di renderli effettivamente utili e mirati alle esigenze dei destinatari. Sono state destinate risorse significative per strumenti finanziari per il sostegno alle piccole e medie imprese, per consentire di superare questa difficile fase di credit crunch con la difficoltà ad approvvigionarsi di risorse. Tra gli strumenti previsti, un fondo di garanzia, prestiti a tasso agevolato e microcredito si parla di 29 mln di euro. Per interventi di sostegno all’internazionalizzazione, invece, lo stanziamento è di circa 29 milioni di euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA