Giorgi e la Fano-Grosseto
"Anni di lavoro buttati via"

Un tratto della superstrada
Un tratto della superstrada
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Domenica 12 Aprile 2015, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 16:04
ANCONA - Fano- Grosseto, "Anni di lavoro della Regione Marche buttati all'aria".

"Oramai è chiaro, la Fano-Grosseto, quella che a noi piace chiamare 'La Strada del Rinascimentò, non è una infrastruttura prioritaria per il Governo Renzi. È scritto, nero su bianco".



Lo afferma in una nota l'assessore regionale alle Infrastrutture Paola Giorgi, secondo la quale dal Def "manca all'appello un altro asse viario fondamentale per lo sviluppo economico, che rappresenta un collegamento diretto con il porto di Ancona, sede di Autorità portuale e strategico per i collegamenti nella Macroregione Adriatico Ionica: l'uscita ad Ovest, su cui veleggia il mistero più assoluto condito da varie giustificazioni: è troppo piccola per essere strategica, ha già un percorso definito...pretesti, non risposte".



"Ho trascorso ore ieri al telefono con i ministeriali - spiega l'assessore - e la vacuità delle giustificazioni, tutte declinate in un incerto futuro non fanno altro che confermare la tristissima realtà. Ancora più grave è che tra le infrastrutture prioritarie viene identificato un singolo tratto della Fano-Grosseto, il toscanissimo Grosseto-Siena: forse - ironizza la Giorgi - il ministro Delrio si è distratto e non si è accorto che proprio presso il Mit, lo scorso novembre, venne costituita Centralia-Corridoio Italia Centrale spa, la società tra Regioni Marche, Umbria, Toscana e Anas, cui spetta il compito di completare la realizzazione dell'opera e che, sopratutto, ne sancisce l' unicità infrastrutturale".



Inoltre - sottolinea - "manca all'appello un altro asse viario fondamentale per lo sviluppo economico dell'area , in quanto rappresenta un collegamento diretto con il Porto di Ancona, sede di Autorità portuale e strategico per i collegamenti nella Macroregione Adriatico Ionica: l'uscita ad Ovest, su cui veleggia il mistero più assoluto condito da varie giustificazioni: è troppo piccola per essere strategica, ha già un percorso definito...pretesti, non risposte".

Ma il Def - insiste l'assessore - "ci riserva altre amare conferme: parliamo di risorse per le infrastrutture. Fondi Strutturali Comunitari, Regione Marche, quale Regione europea più sviluppata, non ha potuto, in base ai regolamento comunitari, investire in infrastrutture con il proprio Fesr, ma ha dovuto contribuire, con le altre Regioni sviluppate per un importo totale di 2 miliardi di euro, ai Pon, Programmi Operativi gestiti dal Ministero che ne attiverà anche uno specifico per le infrastrutture solo per le Regioni del Sud. In fase di confronto - aggiunge - il Governo ci disse che ci sarebbe stata compensazione sugli Fsc (ex Fas), Fondi statali sviluppo e coesione, dei quali ad oggi si ignora la disponibilità sia finanziaria che temporale, ma l'unica certezza riportata sul Def è che per l'80% andranno alle Regioni del Sud".



"Tutto questo - ricorda l'assessore - si somma ad un mancato riconoscimento dello stato di emergenza del maltempo del 4 e 5 febbraio che ha causato nella nostra Regione danni a strutture pubbliche e private pari a 80 milioni di euro. Mancano all'appello ancora 6,5 milioni di euro risalenti al 2010 per interventi contro il dissesto idrogeologico, che il Mattm ci deve ancora versare (nonostante le promesse renziane post alluvione di maggio 2014) per non parlare degli 8 milioni di euro, relativi all'emergenza del 2013, di cui la Protezione Civile Regionale ha inviato da oltre tre mesi il Piano degli interventi (la programmazione di risorse a favore dei Comuni per interventi su dissesti, frane, viabilità), ferma al Mef che deve solo eseguirne la 'bollinaturà essendo le risorse disponibili".
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