Settecento giorni tra processi e reclusione
Poi l’assoluzione: droga per uso personale

Settecento giorni tra processi e reclusione Poi l’assoluzione: droga per uso personale
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Mercoledì 16 Maggio 2018, 06:55
FABRIANO - Due anni e mezzo fa era stato arrestato mentre all’ufficio postale di Fabriano si impossessava di un plico in arrivo dall’Olanda. Dentro, c’era un misto di droghe: cannabinoidi e catinoni sintetici, meglio conosciuti come “sali da bagno”, sostanze il cui elemento principale è il mefredone. In totale, il peso ammontava a poco più di tre grammi. 

 

Secondo le risultanze della procura, dal quantitativo dei catinoni (1,74 grammi) avrebbe potuto ricavarci almeno duecento dosi per un guadagno di migliaia di euro. Sulla base dei riscontri e sull’ipotesi che potesse essere un pusher di primo livello, era stato condannato in abbreviato a tre anni e otto mesi. Un stangata per un uomo che all’epoca aveva 30 anni. Con il verdetto era stato anche stabilita la misura cautelare dei domiciliari. La condanna era stata confermata in appello. A quel punto, l’ultima decisione spettava alla Cassazione che nel maggio 2017, ha cassato la sentenza, rimandando il giudizio alla Corte d’Appello di Perugia. E in Umbria, nel dicembre 2017, è arrivata l’assoluzione, con la revoca della misura cautelare.
Ha decretato la fine di un incubo iniziato quasi 700 giorni prima. A scagionare l’imputato, originario della provincia di Vigevano ma fino a poco tempo fa residente a Fabriano ed ex dipendente di una comunità di Poggio San Romualdo, è stata proprio la sostanza che lo aveva messo nei guai all’epoca dell’arresto. La scarsa conoscenza della tossicità dei catinoni (la molecola che li caratterizza è stata inserita nella tabella delle sostanze illegali solo nel 2011) e l’impossibilità di stabilire quanti dosi si potevano ricavare dai grammi sequestrati hanno “salvato” il lombardo, facendo passare il quantitativo come uso personale. È passato da pusher a consumatore attraverso quattro procedimenti tra Ancona, Roma e Perugia. La battaglia è stata portata avanti dall’avvocato Antonella Devoli. 

Non è escluso che ora chieda un risarcimento per ingiusta detenzione. Il lombardo, oggi ha 33 anni, è rimasto ai domiciliari dal febbraio 2016 fino all’autunno del 2017, poco prima della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Perugia che lo ha assolto perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Ma i guai per il 33enne potevano non finire. Ieri mattina c’è stata un’udienza preliminare dove l’uomo doveva rispondere di nuovo di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio per un secondo plico arrivato dopo quello che lo aveva fatto finire in arresto il 4 febbraio 2016. All’interno c’erano cinque grammi di catinoni. 

Il gup, basandosi sulla sentenza della Corte d’Appello, ha assolto il 33enne, avallando la tesi dell’uso personale. Un recente relazione del Dipartimento per le Politiche Antidroga ha classificato i catinoni (immessi sul mercato per la prima volta nel 2005) nelle nuove sostanze psicoattive. Droga riprodotta in laboratorio in polvere, avrebbe proprietà stimolanti la cui azione non è prolungata nel tempo e i cui effetti sono inferiori rispetto a quelli riscontrati assumendo altre tipologie di droghe sintetiche, come l’MdMa. 
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