Acquaroli: «Chiusi da oggi i confini dell’Anconetano. I sindaci valutino altri stop». Fino a sabato alle 24, poi tutti in giallo? «Non è ancora detto»

Francesco Acquaroli
Francesco Acquaroli
di Maria Teresa Bianciardi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 08:16

ANCONA - Per quattro giorni - da oggi alla mezzanotte di sabato - i confini della provincia di Ancona sono invalicabili, se non per motivi di lavoro o necessità ma sempre con l’autocertificazione a portata di mano in caso di controlli. È questa la decisione presa dal governatore Francesco Acquaroli che ieri ha firmato l’ordinanza, frutto di un confronto serrato con i sindaci dei Comuni maggiori dell’Anconetano, con gli esperti della Regione ma soprattutto con il ministero della Salute per cercare la soluzione migliore e circoscrivere l’aumento dei casi e dei focolai registrati nelle ultime due settimane.

Una soluzione di gran lunga più morbida della zona rossa paventata all’inizio e meno restrittiva rispetto alle chiusure intercomunali che sembravano dovessero accompagnare il provvedimento. 


Il vertice 
La decisione è stata presa dopo il summit con i sindaci convocato dal presidente ieri mattina alle 13 per chiudere il cerchio sulla soluzione finale.

Ma nel frattempo i Comuni con focolai o aumento progressivo dei positivi hanno provveduto con ulteriori ordinanze a chiudere le scuole e i parchi - come Loreto e Sassoferrato - oppure a istituire la dad nel plesso dove il virus ha iniziato a correre tra un contagio e l’altro, come ha fatto il primo cittadino di Castelfidardo. Situazione che ha spinto Acquaroli a non insistere su misure diverse da quella intrapresa: «Abbiamo condiviso questo provvedimento durante l’ultima riunione - sottolinea il presidente - ciò non toglie, come appunto già avvenuto, che i sindaci possono decidere di firmare ordinanze più restrittive in base a situazioni specifiche che si verifichino nel loro Comune». La palla dunque passa ai primi cittadini e in particolare a quelli che attualmente hanno il virus in casa. 


Il provvedimento
Di certo c’è che da oggi a sabato non si può uscire nè entrare in provincia di Ancona senza motivazioni specifiche (lavoro, salute, studio e per il rientro nel proprio domicilio o abitazione) ed autocertificazione. «Abbiamo rilevato la presenza della variante inglese e chiudendo i confini diventa più semplice il tracciamento», specifica il governatore che ha firmato l’ordinanza fino a sabato a mezzanotte «per non accavallarsi alle decisioni che verranno prese dal ministero in base alle valutazioni settimanali. Già da domani la Regione dovrebbe avere le prime indicazioni sulla futura zona per le Marche: «Potremmo restare in giallo, i dati non sono peggiorati tanti, ma stavolta davvero non c’è certezza». La zona gialla rinforzata per la provincia di Ancona è sostenuta nell’ordinanza dalle analisi epidemiologiche elaborate dal Servizio sanità e dall’Osservatorio epidemiologico regionale che evidenziano «un tasso di positivi su 100mila abitanti in incremento nelle ultime settimane rispetto alla media regionale pari rispettivamente a 279,17 e 173, 46 nella settimana dall’8 al 14 febbraio». Contestualmente si è registrato un incremento di occupazione regionale dei posti letto in terapia intensiva (35,6% alla data del 15 febbraio) e area media (45,7%) con un aumento riportato in particolare negli ospedali della provincia di Ancona e la «presenza della variante inglese nei campioni a random e in particolare nell’Anconetano». Analisi che dopo giorni di riflessioni e di attese ha portato la Regione a chiudere i confini provinciali in attesa di conoscere il futuro delle Marche con i dati dell’Istituto superiore di sanità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA