Il virus rallenta dopo il quasi lockdown di marzo: come le Marche sono "scappate" dalla zona rossa

Il virus rallenta dopo il quasi lockdown di marzo: come le Marche sono "scappate" dalla zona rossa
Il virus rallenta dopo il quasi lockdown di marzo: come le Marche sono "scappate" dalla zona rossa
di Maria Tersea Bianciardi
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Sabato 3 Aprile 2021, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:26

ANCONA - Un mese di quasi lockdown, con tutti i divieti che la zona rossa porta con sè nella lotta al Covid, è servito a far tornare le Marche in arancione già dal prossimo martedì. Una decisione ufficializzata ieri dal ministro Speranza che ha confermato le aspettative della Regione e le speranze dello stesso governatore Francesco Acquaroli sempre in contatto con l’Osservatorio epidemiologico marchigiano.

Acquaroli: «Non si capisce il senso di alcune chiusure. Tanta gente esasperata, sui ristori servono risposte certe»

Da giorni ormai la curva dei contagi aveva iniziato a decrescere e l’incidenza è passata nel giro di una settimana da 320,49 a 250 per 100mila abitanti: questo è avvenuto tra il 22 ed il 28 marzo, ieri il rapporto era addirittura minore arrivando a circa 230 casi.

La decisione del governo

Numeri da arancione dunque, ma bisognava attendere la valutazione degli esperti dell’Iss e della cabina di regia perché da Roma si ventilava l’ipotesi che il governo volesse allungare la zona rossa di un’altra settimana. Invece. Da martedì le Marche tornano a respirare: negozi aperti, con parrucchieri, barbieri e centri estetici che già nella giornata di ieri - appena appresa la notizia - hanno chiamato i clienti per gli appuntamenti. E da mercoledì, terminate le vacanze pasquali, riaprono anche le scuole: in presenza fino alla terza media, con la Dad al 50% per le superiori. Secondo il report dell’Iss la classificazione complessiva del rischio nelle Marche è «moderata ad alta probabilità di progressione», quindi vietato abbassare la guardia come ha ribadito il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ai suoi concittadini dopo avere appreso la notizia. A preoccupare è il sovraccarico della rete ospedaliera: nonostante si cominci a intravedere una diminuzione nei ricoveri, la pressione nei reparti Covid e nelle terapie intensive è ancora troppo alta. 
Il report giornaliero
Anche ieri si è registrato un ulteriore calo con un totale di 935 degenti positivi (-4), di cui 142 in Terapia intensiva (-1), 215 in Semintensiva (+4) e 578 in reparti non intensivi (-7).

Da segnalare i dimessi: 39 nel giro di 24 ore. Ma la situazione sta migliorando, seppure lentamente, anche nelle strutture territoriali, dove attualmente sono assistiti 267 marchigiani e nei pronto soccorso, dove gli ingressi calano in maniera progressiva. Consistente invece, la diminuzione dei positivi in isolamento domiciliare nelle Marche, passati a 7.932 (-218) così come le persone in quarantena. Fondamentale a questo punto cercare di mantenere il più possibile la regione in fascia arancione: la missione più difficile sarà quella di rimanerci fino alla fine del mese quando il governo introdurrà nuovamente la zona gialla con i vaccini che dovrebbero avere già ingranato la marcia giusta. Due condizioni fondamentali per far uscire la regione da una crisi pandemica senza precedenti, che si rifletterà inevitabilmente su tutto il tessuto sociale marchigiano. Guardare al lungo periodo non è un’impresa da poco: specialmente in queste ore con i contagi che sono risaliti quasi inaspettatamente (651 in 24 ore) e il numero delle vittime ancora molto alto. Ieri si sono registrati 11 decessi, sette donne e quattro uomini di età compresa tra i 71 e i 96 anni, tutti con patologie pregresse.

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