ANCONA - Un mese di quasi lockdown, con tutti i divieti che la zona rossa porta con sè nella lotta al Covid, è servito a far tornare le Marche in arancione già dal prossimo martedì. Una decisione ufficializzata ieri dal ministro Speranza che ha confermato le aspettative della Regione e le speranze dello stesso governatore Francesco Acquaroli sempre in contatto con l’Osservatorio epidemiologico marchigiano.
Da giorni ormai la curva dei contagi aveva iniziato a decrescere e l’incidenza è passata nel giro di una settimana da 320,49 a 250 per 100mila abitanti: questo è avvenuto tra il 22 ed il 28 marzo, ieri il rapporto era addirittura minore arrivando a circa 230 casi.
La decisione del governo
Numeri da arancione dunque, ma bisognava attendere la valutazione degli esperti dell’Iss e della cabina di regia perché da Roma si ventilava l’ipotesi che il governo volesse allungare la zona rossa di un’altra settimana. Invece. Da martedì le Marche tornano a respirare: negozi aperti, con parrucchieri, barbieri e centri estetici che già nella giornata di ieri - appena appresa la notizia - hanno chiamato i clienti per gli appuntamenti. E da mercoledì, terminate le vacanze pasquali, riaprono anche le scuole: in presenza fino alla terza media, con la Dad al 50% per le superiori. Secondo il report dell’Iss la classificazione complessiva del rischio nelle Marche è «moderata ad alta probabilità di progressione», quindi vietato abbassare la guardia come ha ribadito il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ai suoi concittadini dopo avere appreso la notizia. A preoccupare è il sovraccarico della rete ospedaliera: nonostante si cominci a intravedere una diminuzione nei ricoveri, la pressione nei reparti Covid e nelle terapie intensive è ancora troppo alta.
Il report giornaliero
Anche ieri si è registrato un ulteriore calo con un totale di 935 degenti positivi (-4), di cui 142 in Terapia intensiva (-1), 215 in Semintensiva (+4) e 578 in reparti non intensivi (-7).
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