La terza corsia dell'autostrada A14 nel sud delle Marche è fuori dai radar. Dopo il lockdown torna l'incubo file

La terza corsia dell'autostrada A14 nel sud delle Marche è fuori dai radar. Dopo il lockdown torna l'incubo file
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 14 Giugno 2020, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 00:50

ANCONA - Le ultime notizie risalgono ormai a quattro mesi fa, quando l’emergenza Coronavirus ha congelato tutti i cantieri e anche il traffico sull'autostrada A14 si è immediatamente fermato. Era febbraio e Autostrade per l’Italia stava procedendo al monitoraggio sulla sicurezza di 36 gallerie nel tratto marchigiano mentre Pavimental procedeva alla messa a norma dei viadotti (cinque in tutto) sequestrati dalla procura di Avellino perché ritenuti potenzialmente pericolosi per gli automobilisti che li attraversavano. Prima della pandemia il tratto a sud della regione era diventato un incubo da cui non si riusciva ad uscire: code chilometriche in A14, viabilità in tilt lungo la Statale dove venivano deviati i mezzi per cercare di alleggerire il percorso autostradale, sindaci sul piede di guerra per i Comuni prigionieri del traffico e dello smog.

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Con il lockdown anche l’emergenza traffico è entrata in una bolla: sospesa ma non risolta. E infatti adesso che si sta lentamente tornando alla normalità la bolla rischia di scoppiare e con lei tutte le problematiche ancora irrisolte.
 
Su tutte quella terza corsia che si ferma a Porto Sant’Elpidio e che da anni si è trasformata in un sogno ancora lontano da realizzare, visto che è scomparsa dal radar del Governo impegnato nell’ammodernamento delle infrastrutture come sottolineato nei giorni scorsi dal premier Conte. Eppure nelle Marche il cantiere non è stato perso di vista, inserito nel patto politico stretto da Italia Viva con il candidato governatore del Pd, Maurizio Mangialardi. Sottolinea il capogruppo renziano in consiglio regionale, Fabio Urbinati: «Durante la video conferenza della scorsa settimana abbiamo chiesto a Mangialardi di inserire nel programma per il governo della Regione anche la terza corsia fino a San Benedetto. Una delle condizioni per portare Italia Viva a sostenere la sua candidatura nel centrosinistra. Devo dire che il sindaco di Senigallia ha appoggiato la nostra richiesta per cui mi auguro che nel prossimo futuro si possa parlare di questo cantiere in maniera concreta anche con società Autostrade». Si torna dunque a battere il chiodo, mentre con la ripresa dei lavori nei viadotti dissequestrati dalla procura di Avellino, l’assenza della terza corsia si fa sentire, eccome.
Incubo traffico
«Subito dopo il casello di Porto Sant’Elpidio - sottolinea il sindaco Nazareno Franchellucci - torna l’imbuto delle due corsie e con i cantieri in corso anche le file stanno ricominciando a preoccupare. Se le opere di messa in sicurezza non verranno terminate entro la fine di luglio, rivedremo le stesse scene dello scorso anno durante l’esodo invernale. Una situazione irreale, a cui bisogna mettere mano quanto prima». La realizzazione della terza corsia nel tratto dell’A14 tra Rimini Nord e Porto Sant’Elpidio è stata completata per stralci a luglio del 2016: quasi 155 chilometri di asfalto tirato a lucido per un totale di 2,4 miliardi di euro. 
Sempre più indietro
Ma se pensiamo che è in fase di approvazione al Mit addirittura la quarta corsia per il tratto Ravenna-Bologna San Lazzaro ci rendiamo conto di quanto sia indietro l’ammodernamento di quei 36 chilometri di autostrada che hanno subito diverse traversie, tra cui l’incendio di una galleria. Lo scorso gennaio il senatore Francesco Verducci era entrato a gamba tesa sulla questione dei viadotti da mettere a norma: «Non sono accettabili - ha scritto allora -, ancora sei mesi per ripristinare la normale viabilità del tratto tra Porto Sant’Elpidio e Pescara». Contemporaneamente il parlamentare del Pd ha deositato una nuova interrogazione urgente alla ministra De Micheli, per chiedere di «ripristinare la regolare funzionalità dell’arteria e per accelerare i tempi di adeguamento concordati con Autostrade». 
Le proteste
Dopo lo stato di emergenza e i 200 milioni chiesti dalla Lega Marche per arginare i danni all’economia, anche Fratelli d’Italia aveva alzato la voce sulla questione.

Alla fine Autostrade per l’Italia aveva deciso di sospendere i pedaggi nei tratti interessati alla serie infinita di disagi. Adesso però la situazione deve essere aggiornata e ricalibrata anche in funzione della pandemia che ha stravolto tutto il sistema Paese e di conseguenza anche le Marche. L’idea è quella di coinvolgere direttamente il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli che ben conosce la regione visto il suo ruolo passato di commissario straordinario per la ricostruzione post sisma. E chissà che stavolta, con le ferrovie a un passo dal cambiamento, anche per l’autostrada sia la volta buona.

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