ANCONA - Il lockdown ha colpito le Marche con particolare durezza, congelando l’attività di settori trainanti per la regione quali calzaturiero, moda e meccanica. Ma ci sono spiragli di ottimismo nel prossimo futuro, legati al turismo, alla capacità di ripresa delle aziende del territorio ed al ruolo propulsivo che potrebbe avere una ricostruzione post sisma finalmente sbloccata.
LEGGI ANCHE:
In strada si tirano bottiglie, coppia di turisti lascia l'albergo: «In questa zona non ci sentiamo sicuri»
Cani storditi con lo spray al peperoncino e picchiati, poi i ladri prendono l’oro e scappano per l'arrivo della proprietaria
È il quadro che emerge dal rapporto sull’economia nelle Marche curato da Bankitalia ed illustrato ieri ad Ancona dal direttore di sede Gabriele Magrini Alunno e da Giacinto Micucci (Ufficio studi). Un’istantanea a luci ed ombre, aggiornata al 12 giugno, del periodo più duro dal dopoguerra ad oggi. Il trimestre nero che ci siamo lasciti alle spalle – quello della quarantena da marzo a maggio – ha visto l’economia frenare, bloccando attività che nelle Marche occupano il 43% dei lavoratori (dato superiore alla media nazionale), in particolare nei comparti di calzature, moda e meccanica.
L’impatto sui distretti
I sussidi
Discorso a parte merita il tema del lavoro, legato a doppio filo anche all’utilizzo degli ammortizzatori sociali: nel solo mese di aprile, la regione ha registrato un ricorso alla cassa integrazione ordinaria pari a quella dei cinque anni precedenti. Tra marzo e maggio, inoltre, le domande di sussidio per la disoccupazione sono aumentate del 41%, benché il rapporto rilevi come «gli effetti negativi sull’occupazione sono stati contenuti dal blocco dei licenziamenti e dal ricorso agli ammortizzatori sociali». Contestualmente, tra febbraio ed aprile, le nuove attivazioni di lavoro dipendente sono calate del 55,2%, un dato legato soprattutto all’occupazione nei settori sospesi ed al mancato rinnovo di contratti a termine.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout