«Mascherine introvabili». Le farmacie sono sempre più sotto assedio

«Mascherine introvabili». Le farmacie sono sempre più sotto assedio
«Mascherine introvabili». Le farmacie sono sempre più sotto assedio
3 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Marzo 2020, 11:51
ANCONA  - Nel Pesarese, dove l’emergenza Coronavirus sta assumendo proporzioni incontrollabili, le farmacie sono prese d’assalto: una via crucis continua a caccia delle mascherine che da settimane ormai sono introvabili. Ma la situazione non cambia nelle altre province marchigiane dove la richiesta delle protezioni per il viso è direttamente proporzionale all’aumentare dei contagi. «Continuano a rimandare le consegne da un giorno all’altro - spiega il dottor Andrea Avitabile, presidente Ferderfarma della provincia di Ancona - tanto che noi farmacisti continuiamo ad utilizzare la stessa mascherina opportunamente disinfettata, perchè non riusciamo a trovarne da nessuna parte». Le scorte sono finite ovunque, ma non è solo un problema Marche. Alcune forniture sono bloccate alla dogana di Fiumicino: come nel caso della Gammadis Farmaceutici di Civitanova che però ieri ha annunciato lo sblocco delle 150mila mascherine che attendevano e che serviranno per rifornire un mercato completamente fermo. 

Altri ordini sono stati requisiti dai Paesi di produzione e di transito: circa 19 milioni di pezzi acquistati all’estero da aziende italiane e bloccati per rifornire il mercato interno, vedi ad esempio la Francia. Uno scontro diplomatico che in queste ore sta coinvolgendo la Farnesina e i referenti degli altri Stati direttamente coinvolti in questo scambio di materiale sanitario, ma che si ripercuote sulla quotidianità stravolta dei marchigiani impegnati nella guerra contro il Covid-19. Le richieste sono continue e spesso non bastano le comunicazioni all’esterno delle farmacie per fermare i cittadini: «I nostri clienti entrano comunque e ci domandano se magari non ne abbiamo qualcuna di riserva da cedere a loro», racconta la dottoressa Cecilia Possenti, vice presidente di Federfarma Ancona e presidente del Comitato Rurale. «Noi siamo diventati praticamente l’unico presidio operativo nel piccolo centro di Rosora, dove ha chiuso quasi tutto. E ormai è un viavai continuo di persone che continuano a richiederle. Pensi che prima del Coronavirus ne vendevamo 10 all’anno e quindi non avevamo scorte da mettere in vendita. Abbiamo fatto partire gli ordini, ma continuano a rinviare le consegne per il blocco alle frontiere».

Quello delle mascherine introvabili è un problema che va a minare la sicurezza dei cittadini: andare a fare la spesa, sbrigare le commesse con il viso protetto aiuta a superare l’incubo del contagio. «Attenti però a utilizzare le mascherine come se bastassero per eludere i divieti imposti dal governo - mette in guardia il dottor Andrea Avitabile - l’unica cosa che si deve fare in questi giorni è restare a casa e muoversi il meno possibile». Altro consiglio indispensabile per mantenere alta la soglia della sicurezza: «Vedo tante persone che utilizzano le mascherine con disinvoltura, le alzano e le abbassano di frequente, le mettono sul collo, sopra la testa, le toccano in continuazione con le mani. Così è come non avere nessuno schermo protettivo. Bisogna maneggiarle con cura, le mani devono essere disinfettate e una volta usate vanno gettate». E le mascherine fai-da-te, come quelle realizzate con la carta forno? «Io non le consiglio - conclude il presidente Federfarma Ancona - non sappiamo se funzionano ma potrebbero far abbassare la guardia sulla sicurezza personale». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA