Lo storno, il Tar e due assessori: che sta succedendo con la caccia? Scintille in giunta e Acquaroli va all'incontro con Federcaccia

Lo storno, il Tar e due assessori: che sta succedendo con la caccia? Scintille in giunta e Acquaroli va all'incontro con Federcaccia
di Martina Marinangeli
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 15:55

ANCONA - I tre giorni dello Storno. Il tema della caccia, da sempre, è materia molto delicata e, in questo caso, le restrizioni sui prelievi del volatile – deliberate lo scorso 18 ottobre – hanno fatto registrare scintille anche all’interno della giunta, con gli assessori Mirco Carloni (Caccia) e Stefano Aguzzi (Ambiente, e cacciatore nel tempo libero) sui due lati opposti del ring. I diretti interessati smentiscono dissapori reciproci e, nell’incontro organizzato martedì sera a Tre Ponti di Fano da Federcaccia, erano entrambi presenti, insieme al governatore Francesco Acquaroli nei panni di mediatore. Ma i rumors di Palazzo parlano di nervi tesi e toni alti. Il motivo del contendere, si diceva, sono le nuove misure introdotte per la caccia in deroga allo storno con la delibera 1213.

In particolare, il divieto di utilizzo richiami di qualsiasi natura nell’esercizio del prelievo, e il limite massimo di 20mila capi cacciabili (fino a ora era di 80mila) per questa stagione.


Il parere 
Il 12 ottobre - anche in seguito alle ordinanze di sospensiva del Tar che hanno accolto la richiesta delle associazioni ambientaliste sul divieto di utilizzo dei richiami - la Regione aveva chiesto un parere dell’Ispra che, il 15 ottobre, ha ribadito la valutazione favorevole al prelievo in deroga dello storno, ma subordinandolo al recepimento delle due direttive di cui sopra. A questo, si aggiunge la diffida del ministero per gli Affari regionali che ha indicato di adottare le prescrizioni riportate nel parere dell’Ispra. Insomma, l’assessorato alla Caccia si è adeguato a quanto previsto. Le limitazioni, tuttavia, hanno fatto andare su tutte le furie i cacciatori - che durante l’incontro di martedì hanno anche rimproverato errori e omissioni alla Regione - e non hanno convinto neanche Aguzzi. «Quest’anno c’è stato un maggior accanimento delle associazioni ambientaliste un po’ in tutta Italia - osserva l’assessore, che aggiunge - : il cacciatore è la prima sentinella sul territorio per la difesa dell’ambiente».


Il confronto
Quanto alle prescrizioni, fa notare come lo stop ai richiami non vivi abbia «fatto irretire il mondo venatorio perché per la prima volta si pone questo tipo di divieto nella nostra Regione.

Alcune attività consentite dalla legge 157, ma impugnate comunque, in certe loro parti, dalle associazioni ambientaliste, vanno meglio inquadrate all’interno di un calendario venatorio che magari preveda un confronto preventivo con gli enti deputati a dare i pareri, come l’Ispra a esempio». In altre parole, dal prossimo anno si eviti di cambiare le regole a gioco iniziato. 


Il segnale
Il presidente regionale di Federcaccia, Paolo Antognoni, amplia il ragionamento: «Partecipando all’incontro di martedì, il presidente Acquaroli ha voluto dare un segnale forte non solo al mondo dei cacciatori, ma anche a quello degli agricoltori, perché la deroga sullo storno consente anche la diminuzione dei danni, in particolare, a vigneti, frutteti e uliveti. Il Tar ha censurato l’utilizzo dei richiami non vivi, ma senza, il prelievo è vanificato. Da adesso in poi non riusciremo a dare il nostro contributo per ridurre i danni nei campi». Da canto suo, l’assessore Carloni, titolare sia della delega alla Caccia che di quella all’Agricoltura, ha preferito non entrare nell’argomento, limitandosi a parlare di «un incontro positivo».

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