«Non ottimista prima, né pessimista ora ma l’economia ha buoni fondamentali». Il presidente Bonomi a Urbino all’assemblea di Confindustria

«Non ottimista prima, né pessimista ora ma l’economia ha buoni fondamentali». Bonomi a Pesaro all’assemblea di Confindustria
«Non ottimista prima, né pessimista ora ma l’economia ha buoni fondamentali». Bonomi a Pesaro all’assemblea di Confindustria
di Véronique Angeletti
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 12:28

URBINO Chiede un nuovo dialogo, un rapporto innovativo con le istituzioni pubbliche ma anche più competenza, più managerialità da parte delle amministrazioni, Alessandra Baronciani, la presidente di Confindustria Pesaro e Urbino. Chiede di tralasciare ideologie, paure, posizioni radicali e aprirsi a un confronto tra pubblico e privato, che tenga conto delle criticità e dei bisogni della provincia sostenuta dalla ricerca e dall’innovazione tecnologica. Perché sostiene «l’associazione è pronta a sviluppare un innovativo rapporto con le istituzioni pubbliche, i sindaci, le altre associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali» e lo dichiara davanti al gotha degli industriali riuniti, ieri, in assemblea generale nella Sala del Trono del Palazzo Ducale di Urbino e davanti al presidente nazionale Carlo Bonomi in prima fila. 


Il Pil e le prospettive

Ne va del Pil che nel pesarese vale oltre 10 miliardi di cui il 40% è prodotto dal manifatturiero, settore che, di continuo, investe. «Per mettere un freno - spiega - alla lenta transizione recessiva del manifatturiero pesarese che impatta sui nuovi progetti del Pnrr, perché si traducono in lavoro, occupazione, formazione e sviluppo economico».

E al rischio che «anche imprese con saperi esclusivi e prodotti di nicchia diventano facili prede di acquisizioni internazionali che le portino a trasferire il loro prezioso know-how in altri paesi, dove magari il costo del lavoro è basso e gli standard di sicurezza in fabbrica ridotti al minimo indispensabile». Dalle sfide che elenca e affronta dimostra che non è un claim ma un intento ben consapevole del cambiamento economico, sociale e culturale in corso. Perché l’impresa è un soggetto sociale e ci vuole sinergia con il territorio per essere competitivi. Nel suo elenco parla delle tematiche ambientali perché «nonostante le imprese stiano lavorando già da molti anni per ridurre, riciclare e riutilizzare gli scarti non è realistico pensare che si possa arrivare ad azzerare completamente i rifiuti»; della crisi idrica «pericolosissima che va affrontata subito»; della sicurezza; della sanità «c’è una riduzione dei servizi e carenza di medici del lavoro»; delle infrastrutture (la Fano-Grosseto, il potenziamento della rete ferroviaria, a cominciare dall’arretramento del tratto Pesaro-Fano, insieme a porto, aeroporto e interporto ad Ancona rappresentano un polo intermodale che garantirebbe alle Marche una forte capacità di attrazione) e anche dell’immigrazione «accoglienza significa evoluzione sociale, oltre che una seria e ineludibile necessità». Una visione che Carlo Bonomi, a lungo applaudito, ritiene «fondamentale e in tanti ambiti». «Per esempio - sottolinea - sul tema delle politiche attive del lavoro di cui continuiamo a parlarne ma che non realizziamo mai mentre potrebbero effettivamente dare un ottimo risultato, tenuto conto anche della formazione anzi della riformazione delle competenze del capitale umano che necessariamente dobbiamo fare per agganciare le transazioni». Sulla crisi in Medio Oriente osserva «che al di là dell’aspetto umanitario, è che si stanno innalzando tutti gli indicatori di rischio e può avere dei riflessi molto importanti. sull’economia». 

Manovra «ragionevole»

«Io personalmente - prosegue - non ero così ottimista prima, non sono così pessimista adesso. Credo che l’economia italiana, l’industria italiana, soprattutto, abbia dei buoni fondamentali. Su questo dobbiamo lavorare. Aspettiamo di vedere ovviamente quali saranno i provvedimenti di stimolo degli investimenti che per noi sono la parte più importante». Definisce la manovra «ragionevole» essendo stati fatti quegli interventi prioritari richiesti dalla Confindustria. «In particolare, il taglio contributivo del cuneo fiscale. Rimane però una manovra non strutturale ma per farla sono necessari degli interventi di riqualificazione sulla spesa pubblica, rinviati nella sostanza al 2026». Intervenuto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

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