Sì viaggiare alla scoperta dei borghi delle Marche, oggi andiamo a Fiorenzuola di Focara, Montecosaro, Valfornace e Servigliano

Una veduta aerea dello splendido centro storico di Servigliano
Una veduta aerea dello splendido centro storico di Servigliano
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Sabato 10 Luglio 2021, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 11:38

ANCONA - Sesta tappa del viaggio nei borghi marchigiani alla scoperta di esperienze uniche che hanno come collante il paesaggio, l’arte, le persone e l’enogastronomia che si incontrano su questa terra. Un viaggio che soddisfa la voglia di ripartenza di chi parte e, nel contempo, costituisce uno stimolo ad andare avanti per chi accoglie. Nasce proprio con questa duplice finalità la proposta di legge della giunta regionale delle Marche che mira al sostegno alle iniziative integrate di riqualificazione e valorizzazione dei borghi e dei centri storici delle Marche e promozione e sviluppo della rete dell’albergo diffuso.

«Una proposta su cui puntiamo molto come strumento vincente per vivificare e dare impulso al turismo nelle aree interne», ha detto il presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli. In questa direzione va anche Marchestorie, festival annuale di promozione e valorizzazione del patrimonio di tradizioni e saperi dei borghi delle Marche che si terrà dal 2 al 19 settembre 2021. I borghi si animeranno dal giovedì alla domenica, non resta che andare a vivere queste emozioni.

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FIORENZUOLA DI FOCARA

Su un promontorio
nel parco naturale
del Monte S. Bartolo

Fiorenzuola di Focara è un piccolo borgo, all’interno del Parco naturale del Monte San Bartolo, non molto conosciuto e senza molte preteste, ma è di sicuro un luogo in cui ci si può ristorare, trovare pace e rilassarsi stando lontani dal caos. Sorge su un promontorio a picco sul mare, a circa 200 metri di altezza, da cui si godono splendidi panorami e da cui partono numerosi itinerari e sentieri avventurosi. Le sue origini sono riferibili ai tempi dei romani: inizialmente il borgo era conosciuto semplicemente come Fiorenzuola, mentre solo nel 1889 fu aggiunto il nome Focara, molto probabilmente per la presenza di fornaci o per i fuochi che venivano accesi come segnale di allarme per l’arrivo dei nemici. Lo sviluppo di Fiorenzuola di Focara con la sua cinta muraria, invece, è riferibile al periodo tra il X e il XIII secolo, periodo in cui Fiorenzuola con il suo castello fu parte di un importante sistema difensivo insieme a Casteldimezzo, Granarola e Gradara. Merita sicuramente uno sguardo quel che resta della vecchia chiesa di Sant’Andrea risalente al 1200. Nell’anno delle celebrazioni dantesche, Fiorenzuola di Focara assume ancora più importanza poiché è uno di quei luoghi descritti ne “La Divina Commedia” e una targa all’ingresso del Borgo ricorda il passaggio del sommo poeta Dante Alighieri.

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MONTECOSARO

Domina la vallata
del Chienti
È un paese antico

Montecosaro sorge su una collina che domina la vallata del fiume Chienti tra Civitanova e Macerata. Il ritrovamento di reperti archeologici etruschi e romani conferma l’antichità del popolamento del territorio comunale. Il centro storico del borgo è racchiuso all’interno di una cinta muraria trecentesca al quale si può accedere varcando Porta San Lorenzo. Tra i vari edifici religiosi non possiamo non menzionare la suggestiva basilica romanica di Santa Maria a piè di Chienti, o Santissima Annunziata, che si trova in località Montecosaro Scalo, considerata uno tra gli esempi più belli di architettura romanica. Montecosaro è anche sede di una realtà museale esclusiva in campo internazionale che lo rende unico al mondo. Nella cornice di Palazzo Marinozzi è allestito uno spazio museale intitolato “Cinema a pennello”, un’esposizione permanente a livello nazionale dedicata alla grafica pubblicitaria cinematografica: qui i visitatori possono ammirare le opere originali dei più grandi illustratori di manifesti cinematografici.

Davvero una imperdibile occasione per osservare da vicino opere d’arte create per promuovere pellicole come “Ombre rosse”, “Ben Hur”, “Il gigante”, “Quo vadis?”, “Don Camillo”, “I vitelloni”, “Un sacco bello”... www.cinemaapennello.it.

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VALFORNACE

Istituito per fusione
di Fiordimonte
e Pievebovigliana

Valfornace è un Comune sparso della provincia di Macerata, istituito il 1º gennaio 2017 a seguito della fusione dei comuni di Fiordimonte e Pievebovigliana. Il capoluogo del Comune è Pievebovigliana dove non deve mancare una visita al Museo, che ripercorre, nelle sue diverse espressioni, l’intera storia sociale ed artistica del territorio comunale, dall’età preistorica ad oggi. Esso è composto dal Museo Archeologico “Valerio Cianfarani”, dal Museo Civico “Raffaele Campelli”, dal Museo Storico del Territorio, dalla Collezione di xilografie di Maria Ciccotti e dalla Raccolta “Gino Marotta”, custodita all’interno dalla Sala Consiliare, dove è collocato anche il fortepiano appartenuto al grande compositore marchigiano Filippo Marchetti. In particolare nel Museo Storico del Territorio si ricostruisce la storia economica e sociale della zona, con degli approfondimenti dedicati alla tessitura domestica, tipica dell’area, con tele e tovaglie che risalgono al XV secolo, ed alla produzione artigianale dei laterizi, in fornaci dislocate in tutto il territorio comunale. Una sezione particolare è dedicata alla storia aziendale della distilleria Varnelli, famosa in tutto il mondo per la produzione di un distillato preparato con semi di anice dalle origini antichissime.

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SERVIGLIANO

Fondato dai romani
è uno dei borghi
più belli del Paese

È uno dei Borghi più belli d’Italia il cui nome deriva da un insediamento romano che sorgeva a 4 chilometri di distanza in posizione più elevata rispetto all’attuale locazione.  Il borgo ha una struttura quadrangolare chiusa, 144 per 137 metri, in stile neoclassico con tre porte monumentali di accesso. Questa impostazione architettonica che si rifà al simbolo cristiano della croce, ben visibile nell’incrocio ortogonale delle due vie principali confluenti verso la chiesa collegiata, rende Servigliano un esempio unico in tutta Europa. Nel 1915 a Servigliano fu costruito un grande campo di prigionia che, dalla prima guerra mondiale fino al 1955, condizionerà pesantemente le vicende storiche del paese e sotto il fascismo venne utilizzato per contenere fino a 5.000 prigionieri nella Seconda Guerra Mondiale e, dal 1943, come campo di concentramento. Le tristi vicende legate alla storia del Borgo vengono ricordata ne “La Casa della Memoria”, un’aula didattica multimediale che ospita una mostra permanente della storia del campo e sorge, in modo significativo, all’interno della vecchia stazione ferroviaria del paese che vide arrivare e partire numerosi convogli. Oggi, all’interno del limite segnato dalla cinta muraria originale, si estende un grande parco chiamato il “Parco della Pace”, attrezzato per lo sport, per la vita all’aria aperta e per grandi eventi e concerti.

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