Una stagione di successi
per le bollicine marchigiane

Gianluca e Annarita Mirizzi
Gianluca e Annarita Mirizzi
di Danilo Tornifoglia
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Venerdì 19 Giugno 2015, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 11:20
ANCONA - Le Marche negli ultimi anni si sono distinte anche per la produzione di splendidi spumanti.



Bollicine da uve Verdicchio, dimostrando che la complessa acidità e la ficcante aromaticità di questo vitigno sono adatte alla costruzione di importanti bottiglie, che possono affrontare i mercati delle bollicine con la consapevolezza di avere un posto di eccellenza tra i grandi d'Italia. Una bella e sana effervescenza marchigiana.



A spiegarlo con efficacia sono Caterina e Tommaso Chiacchiarini dell'azienda Sartarelli di Poggio San Marcello, in cantina i top Tralivio e Balciana, ma anche produttori del Brut Sartarelli. "La tradizione spumantistica era presente nella zona del Verdicchio già negli anni ’60, ma mai decollata sia per una tecnologia di produzione non molto sviluppata sia per la superiore domanda di bottiglie dal carattere fermo. Nell’ultimo decennio la richiesta degli spumanti italiani è cresciuta notevolmente in Italia come all’estero, grazie alla spinta del Prosecco, che molti citano come sinonimo di spumante, cosicché le bollicine non sono soltanto per occasioni calendarizzate, ma come vino da pasto. Oggi lo spumante marchigiano e lo spumante di Verdicchio si propongono come valido punto di riferimento nella giungla degli spumanti".



Gli fa eco Emanuela Mancini, che, insieme ai fratelli Sergio e Massimo, guida l'omonima azienda di Moie di Maiolati Spontini, fondata dal loro papà Benito. "Le bollicine marchigiane sono cresciute sulla scia degli altri spumanti italiani, pur avendo una origine più antica di altre regioni" e anche Gianluca Mirizzi, proprietario della cantina Montecappone di Jesi dice che "lo spumante è diventato un prodotto moderno grazie al basso impatto alcolico".



La cantina Mancini e Sartarelli producono spumanti brut da mosto di prima spremitura di uve Verdicchio, vinificate in purezza, utilizzando il metodo Martinotti con un prolungato periodo di presa di spuma e con lieviti selezionati. A testimonianza della splendida qualità messa in campo dai nostri due produttori le loro cantine hanno ricevuto rispettivamente la medaglia d'argento e la medaglia di bronzo all'International Wine Challenge 2015 di Londra. Un pò diversa la filosofia di Mirizzi di Montecappone, che solo da novembre dello scorso anno ha presentato le sue bollicine, utilizzando uve Sauvignon, presenti negli ettari di proprietà, "con un residuo zuccherino superiore a quello del brut per dare morbidezza ad un prodotto destinato ad accompagnare carni bianche, pesce e anche pizza senza disdegnare di essere protagonista come aperitivo". Regala la notizia che "fra qualche mese uscirà un altro prodotto, sempre extra dry, con uve Verdicchio".



Queste tre etichette possiedono perlage finissimo e persistente, aroma intenso e gradevole, fresco ed elegante, per un sorso armonico e leggero. Le bollicine dei produttori marchigiani sono attese dal mercato italiano, degli Stati Uniti, della Germania, del Canadà, e del Regno Unito, oltre che dai nuovi mercati giapponesi, russi e cinesi. Il Brut Sartarelli è stato presentato nel 2012 in occasione del 40° compleanno dell'azienda, un regalo che Caterina e Tommaso Chiacchiarini hanno voluto concedersi, mentre Gianluca Mirizzi, terza generazione della famiglia, lo ha realizzato per interpretare quella che ormai non è più una tendenza, ma un comparto ben consolidato. La storia spumantistica di Mancini viene da lontano, quando il fondatore Benito iniziò ad investire nella sua cantina e nella produzione di bollicine marchigiane. Ora, oltre al brut, è commercializzata anche la versione brut rosé da uve Montepulciano e un suadente spumante dolce. Negli ultimi 15 anni, l'azienda ha completato la filiera, perché "per raggiungere il massimo livello qualitativo bisogna seguire tutto il ciclo produttivo, dalla vite fino alla fase finale dell'imbottigliamento". Le tre aziende, tutte posizionate all'interno della zona classica del Verdicchio dei Castelli di Jesi in quel triangolo magico delimitato dai comuni di Poggio San Marcello, Moie di Maiolati Spontini e Jesi, sono fortemente radicate alla propria terra, che rappresentano nel mondo non solo per appartenenza geografica, ma perché orgogliose che i loro prodotti siano riconosciuti e riconoscibili.
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