Care bollicine, se la CO2 costa di più per l'acqua frizzante c'è un'Iva di troppo

Care bollicine, se la CO2 costa di più per l'acqua frizzante c'è un'Iva di troppo
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 08:02

Non manca solo il vetro.

Anche l’acqua gassata è sempre più preziosa per colpa dell’aumento dei costi di produzione dell’anidride carbonica. Quest’estate Sant’Anna, l’azienda di Vinadio, nel cuneese, primo produttore europeo di acqua con un unico brand (1 miliardo e 500 milioni di bottiglie ogni anno), ha dovuto fermare le linee di produzione di quella frizzante. Un problema già manifestato in Europa a fine 2021, ma che in Italia, in qualche modo, era stato tamponato. «È stato chiuso uno stabilimento a Ferrara dal quale prendevamo la CO2 e che riforniva il 70% di tutta quella che serve in Italia - dice Alberto Bertone, ad dell’azienda piemontese - Per la sua produzione si consuma tantissima energia, il cui costo negli ultimi mesi è aumentato di almeno sette volte».

Ultimo in ordine di tempo, a metà settembre, è toccato intervenire al gruppo Sanpellegrino. Sono stati costretti a un fermo di due giorni per lo stabilimento di Ruspino (Bergamo). Anche in questo caso, mancava l’anidride carbonica necessaria per fare l’acqua frizzante. E se non ci sono le classiche bollicine nell’acqua, è molto probabile che questa possa rincarare. «Abbiamo margini di qualche centesimo. Secondo nostre proiezioni, mantenendo la stessa marginalità che avevamo nel 2019, il prezzo di una bottiglia d’acqua dovrebbe passare dai 45 centesimi agli 80. Non credo si arriverà a un rincaro differenziato tra bottiglie lisce e frizzanti. Intanto chiediamo la riduzione dell’Iva, così come accade all’estero», sottolinea Bertone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA