Notte magica delle bollicine, i consigli
di Ramona, miglior sommelleir d'Italia

Notte magica delle bollicine, i consigli di Ramona, miglior sommelleir d'Italia
di Agnese Testadiferro
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Sabato 30 Dicembre 2017, 13:53
Il brindisi per salutare il 2017 e dare il benvenuto al 2018 è sfumato di rosso e rosa! Nella tavola del cenone e in quella del 1° gennaio, la scelta delle etichette ha la sua importanza per accompagnare il menu e momenti di condivisione allo stato puro. I consigli per stappare e brindare sono quelli della migliore sommelier d’Italia secondo Identità Golose, Ramona Ragaini.
 
Calici per la felicità
A volte a torto, altre a ragione, «nella cultura enologica, soprattutto del nostro Paese, troppe volte il vino rosato è stato bistrattato ma poco mi interessa perché quest’anno il mio Capodanno sarà tutto rosa». Ecco spiegati i motivi. «Il rosa è ben augurante, rilassante, terribilmente femminile e perché alcuni vini sono veramente buonissimi!». Facendo un excursus tra le pietanze, «tra i piatti tipici del cenone sicuramente c’è lenticchia e cotechino. Tradizione vuole, e superstizione anche, che almeno un piatto di lenticchie non possa proprio mancare perché porta fortuna e ricchezza. La ricetta prevede che vengano servite, solitamente, col cotechino e non importa quanto abbondante e luculliano sia stato il cenone: un bel piattone non ce lo toglie nessuno! Il vino che ben si addice a questa preparazione è il Lambrusco Rosé di Modena, spumante di Cantina della Volta di Bomporto: ottenuto da uve Lambrusco di Sorbara si presenta con un colore rosa delicatissimo come le sue bollicine. Il bel naso floreale invoglia alla beva non meno della bellissima acidità che troviamo al palato. Perfetto per “sgrassare” il cotechino e accompagnare le lenticchie mentre aspettiamo fortuna e ricchezza!».
 
Piatto che cambia, vino che trovi
Chi lo mangia alla Vigilia e chi lo preferisce a Capodanno, «altro piatto della tradizione è il capitone fritto. Anche questo piatto ha un valore scaramantico perché la sua somiglianza al serpente simboleggia il demonio e mangiarlo a fine anno dicono che allontani il male!». A questo piatto, Ramona abbina «La Hoz, il nuovo nato di casa Umani Ronchi di Osimo. Metodo classico realizzato da uve Montepulciano, equilibrato ed elegante, nel bicchiere si presenta di un rosa brillante e accattivante». C’è da star certi, «con tutto il capitone e le lenticchie che si mangeranno sarà sicuramente un anno magnifico! A dare il benvenuto al 2018 lascio la parola al brut The Rose dell’azienda Velenosi di Ascoli Piceno. Pinot nero in purezza, dalla bolla delicata e raffinata che si lascia bere con facilità calice dopo calice».
 


Il 1° gennaio è una cosa seria
Dato che, chi ben comincia è a metà dell’opera dopo gli stravizi di Capodanno «nulla è più rassicurante di svegliarsi con l’odore del brodo che bolle. Il pranzo del 1° gennaio, quindi, non può che iniziare con i cappelletti rigorosamente fatti a mano». E con il ripieno di carne, Ramona ha «voglia di aprirmi un rosso, elegante e delicato. Cosa meglio di un pinot nero? Con la mente arrivo in Alto Adige e scelgo il pinot noir Patricia 2015 dell’azienda Girlan: sensuale nel colore e al palato, beverino e raffinato». Ma, per tenere alta la bandiera marchigiana «la scelta ricade sul Ciliegiolo Ceresi 2013 dell’azienda Gagliardi di Matelica. Un vino dalla beva sorprendente, divertente, con tanto frutto e poco tannino. Sia l’uno sia l’altro sono vini perfetti per iniziare l’anno con spensieratezza e leggerezza». E per chi volesse concedersi una bollicina non rosata «suggerisco il Mèroe Tenuta Spinelli di Castignano. È un metodo classico ottenuto da uve pecorino, ideale per chi passa il primo dell’anno con amici, tra chiacchiere e calici!». Con tutti questi brindisi e il 2018 appena nato, l’augurio è che «il nuovo anno porti amore, amicizia, serenità e perché no, che sia un’ottima annata!» .
 


Mirizzi raddoppia e brinda con la Passerina
Le ore più belle per brindare. E tra le tante bollicine marchigiane, l’azienda Montecappone di Jesi propone la Passerina. «Un vitigno spensierato facile da bere, davvero adatto a tutte le occasioni e non impegnativo» spiega il dinamico proprietario Gianluca Mirizzi . Un 2017 che ha pure visto il consolidamento della produzione olearia, conquistando il podio recentemente al concorso regionale Olea, raggiungendo un lusinghiero secondo posto. Poi novità anche sul fronte dei vini con la nascita dell’azienda consorella della Montecappone che viene denominata con il cognome della proprietà ovvero Mirizzi. L’esordio dalla vendemmia 2016 si chiama Ergo, il primo di una serie di vini importanti. Per la foto di rito vicino all’albero di Natale Annarita Mirizzi, la first lady di Montecappone.


 
Chi è Ramona
Ramona Ragaini, classe 1985, è la migliore sommelier d’Italia per la guida 2018 di Identità Golose. Da dieci anni è l’anima della sala del ristorante stellato “Andreina” di Loreto dove tra i fornelli c’è il marito, lo chef Errico Recanati. Studio, degustazioni, ricerca e curiosità sono alla base della sua formazione sul mondo dei vini. «Sono un’autodidatta» dice.
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