Centri terremotati, per Zona franca urbana non c’è la proroga. Le attività in allarme, Castelli si mobilita: «Ma bisogna anche verificare l’attualità della misura»

I negozianti: «L’economia nei piccoli centri rischia di non andare avanti»

Centri terremotati, per Zona franca urbana non c’è la proroga
Centri terremotati, per Zona franca urbana non c’è la proroga
di Monia Orazi
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Martedì 2 Gennaio 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 12:09

MACERATA Non è stata prorogata per il 2024 la Zona franca urbana, per le attività con sede nei centri colpiti dal terremoto. Nella legge di bilancio non si trova nessun riferimento all'articolo 46 del decreto legislativo 50/2017 con cui è stata istituita la Zfu. Se non ci saranno altri interventi legislativi del parlamento per correggere il tiro, per il 2024 non saranno prorogate le agevolazioni fiscali previste, comprendendo esenzioni e riduzioni fiscali e contributive, che hanno permesso di continuare ad andare avanti a tanti negozi ed attività commerciali, specialmente quelli che si trovano nei centri più devastati dal sisma.

La proroga

«Senza la proroga della Zona franca urbana le attività che si trovano nei paesi più colpiti rischiano di chiudere, qua manca la gente e ci sono pochissimi turisti. Si potranno ricostruire gli edifici, ma le attività economiche che formano il tessuto sociale di questi piccoli centri rischiano di non poter più andare avanti», spiega Alessandro Morani commerciante di Visso. Ha già manifestato il suo interessamento il commissario alla ricostruzione Guido Castelli: «La legge di bilancio effettivamente non ha contemplato il rifinanziamento della Zfu. Ho chiesto ai Ministeri competenti di rivalutare la questione in altra sede normativa, a cominciare dal Milleproroghe. Detto questo, sarà comunque necessario verificare l'impatto e l'attualità di una misura che, non dimentichiamo, nasce in una logica strettamente emergenziale e per certi versi obsoleta. Il parametro per ottenere l'agevolazione è infatti la riduzione del fatturato nel periodo immediatamente successivo al terremoto rispetto al 2015. Inoltre ne beneficiano tutti i professionisti iscritti agli ordini, compresi i tecnici impegnati sul fronte della ricostruzione che sicuramente sono protagonisti di una stagione "espansiva" e molto remunerativa.

Il restyling

Insomma: un restyling non sarebbe fuori luogo a mio parere.

In ogni caso farò del mio meglio per riattivare la misura ma, nello stesso tempo, non posso non ricordare che, sul fronte dello sviluppo economico, negli ultimi 6 mesi abbiamo corrisposto circa 264 milioni di finanziamenti alle imprese del cratere marchigiano che intendono mobilitarsi per nuovi investimenti. Somme mai viste prima che sono state assegnate a tempo di record alle quali si aggiungeranno le risorse europee del Por Fers. Sul tema del rilancio economico non intendiamo fare passi dietro ma fare i passi giusti».

Le risorse

Per prorogare la Zfu servirebbero 60 milioni di euro. Le agevolazioni previste con l'obiettivo di sostenere le attività private e contrastare lo spopolamento comprendono esenzione dalla imposta sui redditi, esenzione dall'imposta regionale sulle attività produttive, esenzione dell'imposta municipale propria, esonero del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Altra tegola per i commercianti: sono stati azzerati per le attività commerciali anche i crediti d'imposta accumulati negli anni passati, ma di cui diverse attività non hanno usufruito, che erano già a bilancio. C’è il timore che se non sarà rinnovata ancora la Zona franca urbana, per tante piccole attività il nuovo anno segnerà la parola fine, allontanando così quella ripresa economica tanto auspicata dagli attori della ricostruzione post terremoto, fondamentale per la vita nelle aree del cratere. All'origine della mancata approvazione ci sarebbe uno stop giunto dal Ministero dell'economia e delle finanze. La Zfu è uno strumento importante soprattutto per quelle attività commerciali ed economiche delle zone più devastate e soggette a forte spopolamento, che altrimenti non avrebbero quella redditività sufficiente a portare avanti la normale attività, essendo in territori a forte spopolamento ed in cui la ripresa economica dopo il terremoto è una luce ancora lontana, sia per la carenza di popolazione, sia per i flussi turistici limitati a pochi periodi dell'anno. Del tema si stanno già interessando i comitati dei terremotati.

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