Visso, donazioni per i terremotati
chiusa l'indagine su Pazzaglini e Casoni

Il Tribunale
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Sabato 22 Giugno 2019, 04:05
VISSO - Donazioni per i terremotati, chiuse le indagini sull’ex sindaco Giuliano Pazzaglini e l’allora rappresentante della Croce Rossa locale, Giovanni Casoni. Il procuratore capo Giovanni Giorgio ha fatto notificare agli indagati l’avviso 415bis. I reati contestati a vario titolo sono peculato, abuso d’ufficio e truffa. Il procedimento era partito con l’iniziale contestazione di peculato. 

 

Per la procura infatti, Pazzaglini non avrebbe versato ai commercianti terremotati i 10.300 euro raccolti durante l’evento di beneficienza “In moto per ricominciare” organizzato il 14 maggio del 2017 dal Comune di Visso insieme a MotoNardi di Macerata e Amici di Strada di Civitanova. Quel giorno furono più di un migliaio i motociclisti che parteciparono insieme a diverse associazioni e i soldi raccolti furono consegnati al sindaco e non versati sul conto del Comune. L’allora primo cittadino aveva sempre riferito di aver utilizzato la somma ricevuta proprio per il fine per il quale era stata raccolta e di non aver fatto transitare i soldi sul conto del Comune esclusivamente per effettuare i lavori in favore dei commercianti con maggiore velocità evitando le lentezze burocratiche. Successivamente la procura dispose anche il sequestro dai conti del senatore leghista di una somma di pari importo. I legali Giuseppe Villa del foro di Fermo e Giancarlo Giulianelli di Macerata presentarono ricorso al Tribunale del Riesame ma i giudici rigettarono il ricorso confermando la legittimità del sequestro.
Dopo quell’iniziale tranche, le indagini andarono avanti e la Guardia di finanza di Camerino effettuò accertamenti su altre movimentazioni tutte relative a donazioni effettuate da Comuni, enti, associazioni e privati da tutta Italia in favore dei terremotati di Visso individuando ulteriori ipotesi di reato. Si tratta di sei episodi di abuso d’ufficio contestati in concorso anche a Casoni. Per gli inquirenti Pazzaglini avrebbe dato a tutti i donanti l’indicazione di effettuare i versamenti non sul conto del Comune ma su quello di due società, la Sibil Iniziative srl, il cui legale rappresentante era Casoni, e la Sibil Project srl fondata nel maggio del 2017 e della quale erano coamministratori Pazzaglini e Casoni.
Pazzaglini avrebbe spiegato a chi poi avrebbe dovuto fare le donazioni che se il versamento fosse avvenuto nelle casse comunali sarebbe stato più difficile spendere quei soldi. Si tratterebbe di importi non particolarmente elevati a esclusione di quello effettuato dalla Emil banca che si aggirerebbe sui 90.000 euro. Infine l’accusa di truffa contestata al solo Pazzaglini. Secondo la procura il senatore avrebbe ricevuto un assegno su cui non era stato indicato il nome del beneficiario – si tratterebbe di circa duemila euro – ma che era stato successivamente riscosso da un parente di Casoni.  Una volta ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari i due indagati hanno venti giorni di tempo dal momento della ricezione dell’atto per chiedere tramite i propri legali di essere interrogati o per presentare memorie difensive in modo da fornire la propria versione dei fatti.
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