Gli otto comuni del Verdicchio di Matelica patrimonio mondiale Unesco, avviato l'iter per la candidatura

«Gli otto comuni del Verdicchio patrimonio mondiale Unesco». L’annuncio della candidatura durante l’inaugurazione della sede operativa del club di Matelica
«Gli otto comuni del Verdicchio patrimonio mondiale Unesco». L’annuncio della candidatura durante l’inaugurazione della sede operativa del club di Matelica
di Monia Orazi
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Domenica 29 Agosto 2021, 06:05

MATELICA  - Gli otto comuni dove viene prodotto il Verdicchio di Matelica saranno candidati a patrimonio mondiale Unesco. L’annuncio è stato fatto ieri mattina, durante l’inaugurazione della sede operativa di “Unesco di Matelica e Sinclinale camerte”, affiliato al club “Unesco di Tolentino e Terre Maceratesi”, provvisoriamente ospitata nella sede temporanea del Comune, in via Spontini. Tanti i temi sul piatto, durante la mattinata che ha visto diversi interventi di referenti del club e amministratori locali. 

 
I centri interessati dall’iniziativa sono oltre a Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino, Pioraco e Cerreto d’Esi e Fabriano nell’anconetano. La preparazione della documentazione per la candidatura sarà curata dal Centro studi Luglio 1967, presieduto da Raimondo Turchi. A portare i saluti istituzionali è stato il sindaco di Matelica Massimo Baldini, che ha analizzato la grande opportunità di valorizzazione del territorio, derivante dal progetto di candidare la zona di produzione del Verdicchio a patrimonio Unesco: «Ho letto il verbale dell’assemblea costitutiva dell’Associazione Centro studi luglio 1967, in particolare quello dove sono esposte le finalità volte a curare l’iscrizione per la candidatura a patrimonio mondiale Unesco dei territori della sinclinale camerte che comprende gli otto comuni dove viene prodotto il Verdicchio. Matelica nella sua lunga storia ha sempre evidenziato la sua doppia vocazione nell’industria e nell’agricoltura. Questo ci è testimoniato dai reperti ritrovati nelle tombe e nelle capanne picene del settimo secolo avanti Cristo, nelle testimonianze delle 110 industrie di panni lana presenti a Matelica tra il 1300 ed il 1800, da vari atti notarili di compravendita di terreni agricoli con vigneti di “Verdichio” nel 1579».

Baldini, illustrando l’accordo già attivo tra i Comuni per la valorizzazione ambientale, ha aggiunto: «Oggi a Matelica grazie a Dio, ci sono ancora molte attività economiche diversificate in vari settori commerciali e molte aziende agricole con grande vocazione biologica e rivolte in settori di pregio quali il nostro Matelica doc, il miele, lo zafferano e molti altri prodotti enogastronomici.

Otto sono i comuni interessati nella vallata o sinclinale, gli stessi comuni che hanno già sottoscritto un documento per la valorizzazione ambientale e culturale al fine di evitare l’insediamento in questi territori di attività inquinanti o discariche che possano mandare in fumo anni di lavoro». Sono intervenuti alla presentazione del progetto Gabriella Righi, presidente onoraria della commissione italiana Unesco, Raimondo Turchi presidente del neonato club, Elisabetta Torregiani, vicepresidente del Centro studi luglio 1967, Giuseppe Faustini, presidente del club Unesco Tolentino, Luisella Tamagnini, assessore del Comune di Pioraco, la guida ambientale Maria Cristina Mosciatti e Manuel Bernardini, appassionato di storia locale. La conclusione dei lavori è stata affidata al consigliere regionale Renzo Marinelli. 


La giornata è stata completata dalla visita a luoghi importanti del territorio: dalla futurista Casa Zampini di Esanatoglia firmata da Ivo Pannaggi, all’azienda Belisario che produce Verdicchio; immancabili la piccola Scala di Matelica, il teatro Piermarini e il museo dedicato ad Enrico Mattei. Sul fronte della conservazione ambientale, un progetto di candidatura allargata ai Sibillini, a riserva della biosfera Unesco, lo sta portando avanti la Regione Marche e include anche Camerino. Si tratta di un progetto che riguarda un’ampia zona di territorio ricadente nell’area dei “Monti Sibillini e della fascia appenninica marchigiana”. La dichiarazione di intenti è stata trasmessa nel settembre 2019 dalla Regione al comitato tecnico Unesco che si occupa di valutare le diverse candidature.

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