Pusher in Panda scoperto con 15mila euro nascosti nel motore: 8 mesi di indagini per smascherare un giro di spaccio di "Mars" tramite Telegram da Perugia alle Marche

Tutto è partito da un controllo effettuato a Tolentino

Pusher in Panda scoperto con 15mila euro nascosti nel motore
Pusher in Panda scoperto con 15mila euro nascosti nel motore
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Giovedì 27 Luglio 2023, 16:16

TOLENTINO - Su Telegram parlavano di Mars ma non si trattava di snack bar. Gli affari riguardavano lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ci sono voluti 8 mesi di indagine per riannodare tutti i fili e sequestrare complessivamente più di due kg di hashish e oltre 17mila euro. Cinque le persone coinvolte.

Arriva in Panda, fugge a piedi

Bisogna risalire alla notte del 14 ottobre 2022, nel corso di un posto di controllo effettuato in via nazionale a Tolentino, quando  i militari dell’Aliquota Radiomobile in servizio di pronto intervento 112, hanno notato arrivare una Fiat Panda, poi risultata a noleggio, che – alla vista della pattuglia – ha repentinamente effettuato inversione di marcia per poi darsi alla fuga. Dato che la manovra del conducente appariva chiaramente finalizzata a sottrarsi al controllo, i carabinieri si sono posti all’inseguimento raggiungendo il mezzo in una via laterale poco distante. A questo punto l’uomo alla guida si è dato alla fuga a piedi. 

Le indagini


Dopo pochissimo la pattuglia, insieme ai militari di Belforte del Chienti, intervenuti di supporto, ha rintracciato e bloccato il giovane, risultato un pregiudicato ventiquattrenne di origini straniere residente a Perugia, che non forniva chiarimenti in merito alla fuga né motivazioni sulla sua presenza a Tolentino nel corso della notte. L’immediata perquisizione della Panda ha consentito di trovare nell’abitacolo 3 grammi di hashish, un grinder per triturare la sostanza e due telefoni cellulari; ben occultata nel vano motore, all’interno di una scatola magnetica, vi era invece la somma contante di euro 15.000 in banconote di vario taglio e suddivisa in “mazzette” da 1.000 euro. 
La successiva perquisizione domiciliare eseguita nel comune di Perugia consentiva di trovare un altro grammo della stessa sostanza e materiale vario per il confezionamento del narcotico. Dopo il sequestro di tutto il materiale rinvenuto nella disponibilità dell’indagato, i carabinieri del Nucleo Operativo hanno chiesto al Pubblico Ministero titolare delle indagini, l’estrazione di copia forense degli apparati telefonici sequestrati al ragazzo, per ottenere riscontri all’attività di spaccio, ipotizzata sulla base dell’ingente somma di denaro nascosta nel vano motore e in ragione degli specifici precedenti di polizia. 

Telegram per fare affari


Nel corso delle preliminari attività di analisi dei contenuti dei due telefoni sequestrati, di particolare complessità per le modalità di comunicazione adottate dal giovane perugino che utilizzava applicazioni di messaggistica istantanea (come Telegram, Wickr, ecc…), so stati individuaru plurimi contatti con un giovane di Porto Recanati avvenuti a ridosso del controllo; sempre da quanto emerso dall’analisi forense, in più occasioni il perugino si era recato in località prossime alla cittadina rivierasca nei luoghi di abituale frequentazione del portorecanatese.  Tali indicazioni unitamente allo scambio info-operativo con l’Arma locale, permettevano quindi di concentrare le indagini su quest’ultimo, ottenendo ulteriori riscontri sull’attività di spaccio posta in essere. Così, il 24 gennaio scorso, il Nucleo Operativo di Tolentino a conclusione di una serie di servizi di Osservazione Controllo e Pedinamento, ha eseguito una perquisizione domiciliare nell’abitazione del giovane, classe 98, al termine della quale veniva tratto in arresto in quanto trovato in possesso di circa 2 kg di droga, tra hashish – diviso in panetti, cilindri e ovuli con varie etichettature -  e marijuana, oltre alla somma in contanti di oltre 2.000 euro, provento di spaccio.

Messaggi e foto


Ottenuto un primo importante riscontro all’ipotesi investigativa che dava il portorecanatese tra gli acquirenti della sostanza stupefacente per la quale il giovane perugino aveva probabilmente incassato i 15.000 euro rinvenuti nelle sue disponibilità, i militari del Nucleo Operativo, grazie all’analisi delle informazioni estratte dalle copie forensi dei telefoni sequestrati, hanno individuato altri probabili clienti di quest’ultimo, a loro volta dediti alla distribuzione della droga.  Tra i clienti emersi dalle attività di analisi, c'era in particolare un soggetto, individuato nella rubrica del perugino con uno pseudonimo, che in una conversazione con lui intrattenuta tramite un’applicazione di messaggistica, contrattava l’acquisto di hashish in panetti di cui il fornitore gli inviava una fotografia (6 panetti con la particolare etichettatura “Mars”).  Nelle ulteriori immagini scambiate tra i due soggetti, seguite all’invio delle foto del narcotico, il fornitore umbro condivideva la propria posizione, presumibilmente per avvisare il cliente del suo prossimo arrivo in una località precedentemente concordata.

Rapporti consolidati


Lo studio effettuato dai militari del NORM di Tolentino delle celle sollecitate dal telefono dello spacciatore, permetteva poi di verificarne lo spostamento in un’area prossima all’abitazione del cliente con il quale egli aveva precedentemente scambiato foto della sostanza che stava trasportando. Sempre grazie allo studio sistematico delle informazioni estratte dagli apparati telefonici sequestrati, i militari operanti hanno potuto verificare che gli spostamenti dall’Umbria a località prossime all’abitazione del giovane marchigiano, si erano ripetute nel tempo con ciclica regolarità e con analoghe modalità “pubblicitarie” relative al prodotto trasportato (di cui venivano inviati video per mostrarne le caratteristiche di morbidezza e granulosità) circostanze queste che hanno permesso di ipotizzare l’esistenza di un consolidato rapporto illecito tra i due.  Grazie all’analisi sistematica dei contenuti degli apparati cellulari sequestrati, sono stati individuati ulteriori due acquirenti, un ventiduenne residente a Senigallia e un ragazzo di origini dominicane residente sempre nel capoluogo dorico. Tra lo spacciatore umbro e il primo dei due giovani c'erano circa 90 messaggi scambiati sulla piattaforma Telegram, sintomatici dell’esistenza di un consolidato rapporto di frequentazione.  Anche in questo caso, nonostante il nominativo del cliente fosse stato mascherato attraverso l’utilizzo di un anonimo pseudonimo, le indagini hanno permesso di risalirne all’identità e a verificare che i due si erano incontrati nei pressi di Senigallia nel corso dei primi giorni del mese di ottobre in almeno tre occasioni.
In merito invece al secondo soggetto residente nel comune di Ancona, le indagini hanno consentito di appurare che come per gli altri casi, questi era entrato in contatto con il cittadino umbro in plurime circostanze, sempre nel corso del mese di ottobre e nel caso di specie i due si erano parimenti incontrati nei giorni 4 e 5 ottobre nel centro di Ancona (nella stessa data e orario compatibile al viaggio del perugino in cui veniva pubblicizzata la sostanza etichettata con il logo “mars”).

Le perquisizioni simultanee  e l'arresto in Umbria


Al termine delle indagini la Procura della Repubblica, ritenendo che gli elementi indiziari raccolti potessero essere meritevoli di ulteriori iniziative investigative, delegava al Nucleo Operativo e Radiomobile di Tolentino l’esecuzione di alcuni decreti di perquisizione locale e personale ai quali lo scorso 25 luglio  veniva dato seguito.

Al termine delle operazioni, condotte sincronicamente nei comuni di Ancona e Senigallia  - con l’ausilio dei carabinieri delle rispettive Compagnie -, presso le abitazioni dei tre giovani, venivano rinvenute dosi di stupefacente del tipo hashish, marijuana e cocaina, oltre a sostanza da taglio e materiale per il confezionamento idonei a riscontrare l’ attività di detenzione ai fini di spaccio. Proprio in questi giorni il fornitore è stato arrestato a Perugia nell’ambito di un’indagine condotta dalla DDA del capoluogo umbro; le convergenze investigative sono state gestite in perfetto coordinamento tra le Procure interessate.

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