San Severino, uccise la madre ma non è imputabile. Quadraroli assolto per un vizio totale di mente: starà 10 anni in una Rems

Sentenza della Corte d’Assise, Quadraroli dovrà stare 10 anni in una Residenza per le misure di sicurezza

San Severino, uccise la madre ma non è imputabile
San Severino, uccise la madre ma non è imputabile
di Benedetta Lombo
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:58

SAN SEVERINO Uccise la madre 84enne, Michele Quadraroli non è imputabile, assolto per vizio totale di mente al momento del fatto. I giudici della Corte d’Assise presieduta dal giudice Roberto Evangelisti hanno però disposto la misura di sicurezza in una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza) per una durata minima di 10 anni. La stessa richiesta, l’unica possibile, era stata avanzata dal Pm Vincenzo Carusi dopo aver evidenziato l’aggravio «del tutto inutile per il servizio giustizia» del dover celebrare un processo in Corte d’Assise per una persona non imputabile. «Questi sono i frutti di una normativa prevista senza considerare che c’è chi in galera non ci può andare», ha poi aggiunto prima di proseguire con la requisitoria. 

La ricostruzione

Quadraroli, 57 anni, affetto da un disturbo schizofrenico paranoide con deficit progressivo, il 27 novembre del 2022 uccise la madre Maria Bianchi nella loro abitazione sopra al bar che gestivano salendole addosso e soffocandola per poi accanirsi sul volto con un paio di forbici e, ormai morta, aveva provato a darle fuoco. Dalle testimonianze ieri è emerso che 5 giorni prima Quadraroli andò all’ospedale di San Severino dopo aver ingerito una dose eccessiva di medicinali per il colesterolo, gli fecero una lavanda gastrica e fu dimesso. Il 26 sera la madre chiamò la psichiatra Maria Liberti. «Mi diceva che il figlio non voleva assumere la terapia – ha ricordato in aula la professionista – era particolarmente ripetitiva.

Michele mi disse che non era vero, gli ho detto che ci saremmo sentiti il giorno dopo. Il 27 alle 13 l’ho richiamata, mi disse che il figlio non voleva prendere la terapia, lui rispondeva “No, non è vero”, la madre gli diceva “Sei un bugiardo, dì la verità alla dottoressa, non vuoi prendere la terapia”, ho parlato con Michele e poi ho sentito la mamma dire “Oddio mi hai fatto male”, ho chiesto cos’era successo e lei mi rispose “Niente per togliermi il telefono dalle mani mi ha fatto male al naso”».

Il ricordo

«Ho detto a Quadraroli di riprendere la terapia, ma mi sono preoccupata, avevo capito che Michele non prendeva i farmaci, forse da giorni, avevo capito che la madre era giustamente petulante e insistente, per telefono aveva ripetuto che il figlio era un bugiardo, forse Michele si era risentito di questa cosa e ho pensato che magari ci sarebbe potuto essere un bisticcio e ho chiamato il 112 e il 118, volevo che qualcuno andasse a verificare questa situazione potenzialmente spiacevole, ma non c’erano elementi per pensare che potesse succedere quello che poi è successo». Lo psichiatra Gianni Giuli che effettuò la perizia su Quadraroli, ha riferito come il sintomo acuto della schizofrenia paranoide è il delirio, «come è successo a Quadraroli, lui vede il diavolo quindi fa delle azioni inadeguate». L’avvocato Laura Antonelli ha concluso un’appassionata arringa chiedendo che Quadraroli venisse «inviato a strutture ben più avanzate rispetto alla Rems, le Srp1 (Strutture residenziali psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo)».

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