Non paga le quote dovute
il Pd ora fa fuori Carancini

Non paga le quote dovute il Pd ora fa fuori Carancini
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Domenica 7 Aprile 2019, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 10:19
MACERATA La commissione provinciale di garanzia del Partito democratico, presieduta da Caterina Pucci, ha cancellato dall’elenco degli iscritti il sindaco di Macerata Romano Carancini. La motivazione è da ricercare nel mancato pagamento delle quote dovute al partito e non pagate nonostante i vari solleciti e l’avvio di un procedimento nel corso del quale sarebbe anche stato sentito il primo cittadino. L’altra notte, sembra con un voto unanime, il Pd ha deciso l’estromissione del sindaco.

 

Dunque dopo nove anni di scontri di tutti i tipi, inizialmente più accesi ed anche pubblici, il sindaco Romano Carancini è costretto ad andarsene dal Pd per effetto della pronuncia della commissione provinciale di garanzia che lo ha dichiarato ex iscritto. Insomma più dei contrasti di tutti i tipi su molte vicende, la rottura tra Pd e sindaco si è consumata sui soldi non versati. La notizia è dell’altra notte ed al momento nessuno ha rilasciato commenti ma è evidente che l’argomento possa già essere oggetto di discussione già da oggi. Il fatto che la rottura sia arrivata sulle quote non versate è probabilmente casuale mentre ci si attendeva invece lo scontro finale sulle candidature per le prossime elezioni amministrative, nel particolare per il rinnovo del consiglio regionale delle Marche e del suo governatore. 

Il Pd ha giocato d’anticipo puntando sul rispetto delle regole come da statuto: chi nel partito riveste cariche di rilievo è tenuto al pagamento di una quota, diversamente scatta la segnalazione alla commissione di garanzia che prende i provvedimenti del caso. Stante il fatto che la commissione ha tolto il nome di Romano Carancini dall’elenco degli iscritti, se ne deduce che gli appelli ai pagamenti siano caduti nel vuoto ed è dunque scattato il provvedimento previsto per la fattispecie. Logico anche dedurre che il sindaco Romano Carancini conoscesse bene il rischio che andava a correre con il mancato pagamento delle quote dovute in qualità di amministratore e se non lo ha fatto evidentemente ha già bene in mente le prossime mosse. Forse un ricorso gerarchico (anche se le regole dem sono quelle che hanno determinato la cancellazione dall’elenco degli iscritti) forse una diversa continuazione del percorso politico in vista delle prossime elezioni. Insomma Carancini “cade” dal Pd non per i contrasti legati alle nomine degli assessori – in particolare per le scelte del primo mandato -, non per le piscine o per altre vicende amministrative ma per le quote.

Nessuna ricaduta sulla maggioranza: non è infatti pensabile che il gruppo dem in Consiglio comunale cambi linea rispetto al sostegno finora espresso al momento dei vari voti in assise. Romano Carancini era stato eletto sindaco la prima volta nel 2010 dopo aver vinto per appena un centinaio di voti la sfida contro l’esponente del centrodestra Fabio Pistarelli. Poi subito gli scontri con il suo partito di riferimento – il Partito democratico - per la nomina della giunta: memorabile una battuta dell’avvocato Graziano Pambianchi alla richiesta del sindaco di avere una vasta rosa di nomi da cui eventualmente attingere: “mandiamogli l’elenco telefonico”.

Dagli iniziali malumori si è passati a piccoli rimpasti ma sempre con il Pd se non in posizione ostile sicuramente scettico fino all’altra notte con l’esclusione dal partito. Prima le discussioni per le nomine, poi quelle per atti amministrativi non discussi e non condivisi dal partito fino ad arrivare alla transazione appena fatta per chiudere la vicenda del polo natatorio di Fontescodella. Ora il sindaco Romano Carancini sarà libero di affrontare i prossimi appuntamenti elettorali senza dover passare per il visto Democrat: libero di imbastire trame civiche con relative liste ed anche libero di non fare nulla ed osservare alla finestra gli eventi. Oppure ripartire già da domani con la presentazione di un ricorso, giusto per mantenere alto uno scontro con il partito che in fondo c’è sempre stato anche se non sempre emerso in superficie.
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