MACERATA - Diede un passaggio a una ragazzina di 18 anni vicina di casa e la toccò nelle parti intime. Un uomo di origine straniera di 61 anni residente in un comune dell’entroterra è stato condannato ieri a quattro anni e due mesi di reclusione.
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I fatti contestati sarebbero avvenuti nel 2017 nella tarda mattinata della vigilia di Natale. Secondo la ricostruzione della procura – ieri a sostenere l’accusa in aula è stato il sostituto procuratore Enrico Barbieri – quel giorno la mamma della persona offesa era a Camerino al lavoro. Verso le 13 la figlia, non sapendo come raggiungerla, si era rivolta a un vicino di casa che da anni vive con la moglie in un’abitazione poco distante e che la sua famiglia conosceva bene. All’uomo, all’epoca 57enne, chiese un passaggio fino a Camerino e lui non glielo negò, ma mentre erano in auto, lui le avrebbe infilato una mano sotto i vestiti e l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime.
Poi avrebbe tolto la mano continuando a guidare alla volta di Camerino, e raggiunto il comune, l’aveva lasciata dove lei gli aveva chiesto per poi andare via.
Convinto della propria innocenza e di riuscire a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, l’imputato decise di non richiedere riti alternativi e di affrontare il dibattimento. Il procedimento dunque approdò dinanzi ai giudici del Tribunale collegiale di Macerata (presidente Roberto Evangelisti, giudici a latere Francesca Preziosi e Barbara Cortegiano). Nelle scorse udienze furono sentite madre e figlia, la prima confermò di aver ricevuto la confessione della figlia nei termini riportati in denuncia e la giovanissima ripercorse i fatti rispondendo alle domande del pm e del legale dell’imputato, Michela Splendiani. La giovanissima spiegò di aver chiesto già altre volte in passato un passaggio al vicino e che non era mai accaduto niente di particolare. Quella mattina non reagì alle molestie perché pietrificata da un’azione che mai avrebbe immaginato. Ieri il pm Barbieri ha chiesto la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione, una pena più lieve è stata disposta dai giudici: quattro anni e due mesi.