MACERATA - Per 11 anni, ogni 18 del mese, inviava una lettera alla vicina di casa. Le missive erano dapprima anonime poi, dopo qualche anno, aveva iniziato a firmarsi con il solo nome di battesimo. Nelle lettere inviava poesie, disegni e bigliettini da visita di locali sparsi per la provincia e poco fuori, scriveva che si sarebbero incontrati ma alla quarta lettera la destinataria, una giovane che oggi ha 32 anni, era andata in questura a denunciare.
All’epoca delle prime lettere però era una studentessa, si era anche trasferita fuori regione ma a casa dei genitori, puntualmente ogni 18 del mese, arrivava una lettera.
La foto nella lettera
Un giorno nella busta delle lettere infilò anche una propria foto, il volto era quello di una persona sui 60 anni, la giovane la mostrò alla madre che ci riconobbe un vicino di casa. Dagli accertamenti eseguiti dalla polizia era emerso che l’uomo soffriva di depressione ed era in cura al Dipartimento di igiene e salute mentale dell’ospedale di Macerata. Accusato di stalking, il Gup Claudio Bonifazi dispose una perizia affidando l’incarico allo psichiatra Gianni Giuli. Il professionista concluse che l’uomo, di 59 anni, al momento dei fatti aveva un’anomalia psichica tale da scemare grandemente la capacità di intendere e di volere ma che la sua pericolosità sociale potesse essere contenuta e compensata dal trattamento terapeutico ambulatoriale. Il suo difensore, l’avvocato Luca Sartini, aveva quindi chiesto di discutere il procedimento con rito abbreviato e ieri il giudice dell’udienza preliminare Bonifazi, anche in considerazione del vizio parziale di mente dell’imputato, lo ha condannato a quattro mesi di reclusione, pena sospesa.
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