Laurea bis mezzo secolo dopo la prima. L'ex preside: «L'avevo promesso a mio marito»

Tullia Leoni appena laureata insieme ai figli
Tullia Leoni appena laureata insieme ai figli
di Giulia Sancricca
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Venerdì 22 Luglio 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:58

MACERATA - L’amore ha tante declinazioni. La seconda laurea di Tullia Leoni, conseguita a 75 anni, ne tocca tre. Forse le più importanti. Quella per la conoscenza, quella per i giovani e quella per suo marito, scomparso sette anni fa e al quale ha dedicato il suo traguardo. Un 109 (il voto ottenuto) che ha il sapore di libertà, «perché studiare, leggere e capire ci rende più liberi» dice la preside di San Ginesio in pensione, che mercoledì scorso ha messo di nuovo la corona d’alloro in testa, dopo cinquant’anni esatti dalla sua prima laurea. 

 
Una storia tutta da raccontare
Una storia da raccontare la sua, non foss’altro che per dare una spinta ai più giovani verso l’impegno e la conoscenza. E chi, se non una donna che nella sua vita professionale si è spesa per le nuove generazioni, può far passare questo messaggio. «Sono stata una persona di scuola - racconta - . Una preside per 33 anni. E anche se non mi piace stare sotto i riflettori, in questo caso credo sia importante trasmettere alle nuove generazioni l’importanza dell’impegno nello studio, nel perseverare. Spesso i giovani si perdono per strada, invece è bene che non si arrendano». 

Tullia Leoni si è laureata cinquant’anni fa al Magistero a Roma, in Filosofia e Pedagogia, e due giorni fa all’Università di Macerata in Beni culturali e turismo. «Nella mia prima laurea - dice - per ribadire l’interesse dello sviluppo nei nostri territori, la mia tesi fu in Sociologia con il professor Franco Ferrarotti, primo sociologo italiano. “La condizione del lavoro e la qualificazione degli operai nella provincia di Macerata” era il titolo del mio lavoro.

La tesi discussa mercoledì, invece, si intitola “L’Appennino come paesaggio culturale. Una nuova storia per le aree interne”. Ho voluto analizzare il concetto del recupero - spiega - di una rivitalizzazione che sia sostenibile e rispettosa del paesaggio culturale. Questo progetto nasce da un interesse pregresso per la storia dell’arte e dei Beni culturali che mi ha portato a fare anche da guida alla Pinacoteca di San Ginesio. Ritengo che il nostro patrimonio culturale vada salvaguardato, perché rappresenta la memoria storica di ognuno di noi».

L'amore per il marito

Un interesse cresciuto con l’amore della sua vita, Giovanni Cardarelli. L’uomo con cui ha condiviso la passione per la cultura e l’insegnamento «Questa laurea - confida - è un debito di riconoscenza verso mio marito. Ho pensato di finalizzare ad una meta concreta gli studi più sporadici che ho fatto in solitaria o in sua compagnia quando era ancora in vita. Con lui, dieci anni fa, avevamo pensato di iscriverci a una seconda facoltà, poi le vicende della vita ci hanno fatto desistere. So che ora ne sarebbe felice». 

Cardarelli è stato preside dell’istituto magistrale Alberico Gentili di San Ginesio e anche lui era laureato in Filosofia e Pedagogia. «Ci siamo conosciuti a scuola - racconta Tullia Leoni - perché ho frequentato le magistrali a San Ginesio in collegio dalle suore. All’epoca lui insegnava alla scuola media e venne a sapere che c’era una ragazza brava in filosofia, la materia che mio marito studiava a Roma. Quella ragazza ero io: avevo 17 anni quando ci siamo fidanzati e mi piace dire che siamo insieme ancora oggi». Dal loro grande amore sono nati due figli, Ilaria e Pier Giuseppe. Quattro le nipoti, tutte femmine, che hanno una nonna pronta a trasmettere loro forza e determinazione. «Sono orgogliosi di me - racconta - non pensavano che fossi così determinata da arrivare alla laurea, ma evidentemente i figli non conoscono bene i genitori».

Una vita trascorsa a contatto con i giovani è stata la linfa per proseguire con tenacia il suo percorso universitario. E questo "do ut des" con i ragazzi è proseguito anche in facoltà. «È stata una esperienza simpaticissima - ricorda - . Ho frequentato in presenza prima del Covid, poi ho iniziato con le lezioni online. Sono stata una matricola come si deve fare: andavo a lezione, nell’intervallo in biblioteca, a mensa. Le prime volte, quando entravo in aula, i ragazzi si alzavano in piedi pensando che fossi la docente. Poi è scattato un moto di solidarietà reciproca: io mettevo a disposizione qualche chiarimento e loro la conoscenza tecnologica». 
 

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