MACERATA - «Non posso dire nulla, mi dispiace». Sono le uniche parole pronunciate ieri davanti alla porta dell’appartamento in cui la sua amica e coinquilina è stata trovata morta. È sotto choc e mentre parla una lacrima le riga il volto. Ha ancora davanti ai suoi occhi l’immagine di Samanta priva di vita. Sentiva rumore d’acqua, ha aperto la porta e di fronte a lei si è materializzata l’agghiacciante scena.
Il dramma è avvenuto martedì pomeriggio, intorno alle 18, al sesto piano di un palazzo di via Severini.
Ieri a Macerata, con i genitori di Samanta, si è recato anche il legale di famiglia, l’avvocato Roberto Bianco. «Siamo in fase di indagini – dice - e i motivi della morte di Samanta debbono ancora essere chiariti. Sarà fondamentale l’autopsia. C’è l’ipotesi di un suicidio forse compiuto ingerendo dei farmaci. Ma, lo ripeto, sono troppi i punti oscuri: non capiamo ancora cosa sia realmente accaduto». Consulente della famiglia sarà il medico legale Domenico Angelucci di Lanciano. Nel piccolo paese di San Vito Chietino in tanti si sono stretti al dolore del papà Franco, tecnico dei sistemi di allarme e videosorveglianza, della mamma Doriana, operatrice sanitaria alla Neurologia di Lanciano, e della sorella minore. La docente Assunta Amalia Di Florio, di Lanciano, ha insegnato per 5 anni a Samanta alla scuola primaria: «Due settimane fa mi ha richiesto di nuovo l’amicizia su Fb perché il precedente contatto l’aveva perso – racconta -. L’ultima volta l’ho incontrata lo scorso anno sul corso di Lanciano. Era contenta e Giurisprudenza le piaceva. Una ragazza educatissima, sensibile, con voce dolce. Era tanto generosa e aiutava i ragazzi in difficoltà nei lavori di gruppo. Era appassionata di calcio e andammo più volte a vedere il Lanciano, anche nei playoff per la serie B, e poi agli allenamenti del Pescara di Zeman, quando in squadra c’erano pure Insigne e Verratti».
Grande dolore per i vertici dell’ateneo. «L’intera Università di Macerata è sconvolta per l’improvvisa scomparsa della studentessa Samanta Marchegiano - si legge in una nota -. Il rettore John McCourt si è tenuto informato sulla situazione con le forze dell’ordine e ha sentito il padre per esprimere la vicinanza dell’ateneo». «In un momento di così grande dolore – dice McCourt - tutta la nostra comunità universitaria è vicina ai genitori di Samanta, alla sorella, ai suoi compagni di studi, alle sue amiche e ai suoi amici. La perdita di una persona così giovane, di una figlia, è una tragedia che nessuna parola può attenuare. Non possiamo far altro che metterci a servizio per qualsiasi forma di supporto».