MACERATA - La pace in Ucraina (invitati all'edizione 2024 Putin e Zelensky). Gli alluvionati. La salute del Papa di cui ieri sera è mancata la telefonata ma non il suo pensiero rivolto ai pellegrini. Queste le intenzioni di preghiera con cui ieri sera sono partiti i pellegrini dallo stadio Helvia Recina a Loreto. In migliaia in cammino per tutta la notte per la 45esima edizione del pellegrinaggio. In testa al serpentone la croce di legno e l’inossidabile don Giancarlo Vecerrica, ideatore del cammino di fede, diventato simbolo della condivisione di questo percorso. «Possiamo diventare tutti pellegrini nella storia».
Le storie
Tra i pellegrini anche una ragazza di 19 anni, “figlia” del pellegrinaggio.
Sono arrivati a Macerata circa duecento pullman, giunti da tutta Italia e anche dall’estero. Ad accompagnare i pellegrini (diecimila circa quelli presenti allo stadio) in questa notte di cammino e preghiera, un’imponente organizzazione con circa 1.500 volontari. «Non potete immaginare la gioia nel salutarvi e nel vedere lo stadio pieno, dopo gli anni a cui abbiamo dovuto rinunciare al pellegrinaggio a causa della pandemia - ha detto il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli - c’è chi ha fatto un lungo viaggio per essere qua». Ospite speciale della celebrazione il cardinale Angelo De Donatis che ha incentrato la sua omelia sul tema del cammino di quest’anno “Chi cerchi?”. «La domanda chi cerchi ed è per te, immerso in questa bellissima e variegata folla di persone, accomunate dal desiderio di rispondere. In questa notte e da questa notte, siate voi fiaccole della pace, che illuminano con la speranza questo tempo di buio, pensando a tante, troppe persone, che soffrono il dramma della guerra e della violenza».
Il messaggio
E’ stato letto anche il messaggio di monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca: «Il pellegrinaggio è il modo attraverso cui il buon Dio ci chiama a partecipare alla vita di tutti gli uomini, perché ogni uomo è pellegrino». Il popolo del pellegrinaggio viene da tutta Italia. E’ una tradizione che si tramanda da padre in figlio, quella di una famiglia che da Ravenna è venuta al gran completo, per il debutto nel pellegrinaggio del figlio: «Siamo una famiglia di Ravenna e veniamo per ringraziare per tutto quello che Dio ci ha donato, io vengo da anni, per mio figlio è la prima volta. E’ un incontro spirituale diverso rispetto a quello che si vive nella quotidianità. Stare insieme a tutta questa gente, che sentiamo ha familiarità con Cristo rende tutto più familiare più facile». Per una coppia dal Trentino, venire al pellegrinaggio rappresenta una carica per tutto l’anno: «Non è la prima volta, la facciamo da diversi anni, per fortuna è tornato l’evento ci è mancato molto. Siamo un gruppo di amici trentini doc, due anni son lunghi. E’ stato difficile perché Macerata dà la carica per affrontare l’anno».
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