MACERATA - Accusato di aver distrutto i documenti in modo da non permettere la ricostruzione dei redditi o del volume d’affari così da evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, imprenditore dà la colpa al commercialista. Assolto. La vicenda riguarda Salvatore Billa, un imprenditore edile 51enne di origine siciliana, ma domiciliato a Pieve Torina. I fatti contestati erano stati accertati nell’agosto del 2013.
Secondo la ricostruzione accusatoria, l’imputato avrebbe distrutto dei documenti contabili di cui è obbligatoria la conservazione per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
A margine dell’udienza il legale dell’imprenditore, l’avvocato Tiziano Luzi ha commentato: «La mancanza di documentazione riguardava gli anni 2007, 2008 e 2009, gli anni in cui lui aveva affidato la contabilità a un commercialista che da lui ma anche da altri, aveva ricevuto i pagamenti per l’Iva dicendo che li avrebbe pagati lui, in realtà dopo tre anni era scappato via con i soldi mettendo nei guai tante persone tra cui anche il mio cliente. Questo è stato dimostrato nel corso del processo in cui sono stati sentiti diversi testimoni e lo stesso imputato».
Martedì scorso il giudice monocratico Andrea Belli ha assolto l’imprenditore con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Il pubblico ministero Raffaela Zuccarini aveva invece chiesto la condanna. Quando l’imputato parlò in aula affermò che la documentazione l’aveva data al commercialista e che quest’ultimo era scappato via con i soldi.