Un coordinamento per l’accoglienza dei profughi in fuga dall'Ucraina

Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani
Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani
di Mauro Giustozzi
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 09:30

MACERATA - Un’accoglienza non improvvisata che deve essere efficace, coordinata e organizzata. Emergenza profughi dall'Ucraina che deve essere gestita attraverso un vademecum preciso su chi deve fare cosa, con quali tempi, con quali riferimenti, che possa far sì che l’arrivo degli ucraini che scappano dalla guerra in patria non diventi a sua volta un’emergenza per la provincia di Macerata.

Summit ieri mattina nella sede della prefettura, convocato dal prefetto Flavio Ferdani: all’incontro hanno preso parte i sindaci dei maggiori comuni della provincia, i vertici della sanità, della scuola, delle forze dell’ordine, i vescovi delle diocesi di Macerata e Camerino, insomma tutte quelle componenti che in prima persona saranno sul campo ad affrontare questa ondata di migranti in fuga dalla guerra che la Russia ha scatenato in Ucraina. Da parte di tutte le componenti che hanno partecipato all’incontro c’è stata la più ampia disponibilità a mettersi a disposizione, ad offrire possibilità di alloggio agli ucraini, affrontando quelle che sono le situazioni di difficoltà di una popolazione sfollata dal proprio Paese. 

Da parte di tutti i sindaci c’è stata la piena condivisione della situazione e solamente in modo unito e coeso la collettività maceratese potrà affrontarla per offrire un’accoglienza dignitosa ad un popolo che scappa dalla guerra.

Un territorio che ha saputo fronteggiare altre emergenze negli ultimi anni, dal terremoto alla pandemia, e che ora è atteso da questa ulteriore prova. Per riuscire al meglio ad affrontare l’accoglienza da più parti serve che ci sia sinergia e totale collaborazione tra tutti - enti, istituzioni, forze dell’ordine e diocesi - e si è chiesto la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra questi soggetti che individui fattivamente quelli che sono nel concreto i passaggi che dovranno essere applicati nell’accogliere i profughi ucraini.

Una sorta di vademecum che comprenda tutti gli aspetti: sia quelli legati all’accoglienza nelle case che possono essere messe a disposizione sia da enti pubblici che dai privati, che alla sanità, visto che dovranno essere vaccinate le persone in arrivo, non solo per il Covid ma pure per altre malattie per le quali il siero in Italia è obbligatorio.

Le linee guida già in campo sono legate al fatto che gli ucraini che arrivano debbano per prima cosa presentarsi in questura in modo da poter avere subito il permesso di soggiorno provvisorio: allo stesso tempo dovranno rivolgersi al Distretto sanitario dove gli verrà fatto il tampone per il Covid e dovranno osservare un periodo di autosorveglianza di 5 giorni. Questo servirà ad avere una mappatura delle persone che sono arrivate. Status giuridico, assistenza sanitaria e scolastica saranno garantiti a chi arriva in Italia. Le prime risposte sono arrivate dalla prefettura che gestisce i centri accoglienza straordinari già usati per i profughi dell’Afghanistan, poi si potranno fare delle convenzioni con i comuni per disponibilità di alloggi pubblici o privati per accogliere i profughi, a seconda di quella che sarà la necessità in base agli arrivi che al momento non sono prevedibili. 

La Regione sta lavorando all’individuazione di hub dove collocare i profughi, trovando alcuni alberghi disponibili come fu fatto per l’emergenza Covid. Da parte dei sindaci si è anche levata la richiesta di individuare la figura di un coordinatore dell’accoglienza dei migranti, un punto di riferimento che faccia da collante tra tutti gli attori che sono chiamati in causa per far sì che la macchina organizzativa funzioni al meglio. 
 

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