MACERATA - Passano le settimane, i mesi e sulla nuova discarica, seppur si continui a lavorare lontano dai riflettori, di novità significative non se ne scorgono all’orizzonte. Ma intanto la sabbia scende nella clessidra per l’impianto di Cingoli e il rischio che presto i rifiuti non differenziati maceratesi dovranno finire fuori provincia, con conseguenti aumenti dei costi e delle tariffe per i cittadini, è ormai praticamente una certezza. Lo ha confermato il presidente facente funzioni Giuseppe Giampaoli durante la conferenza stampa di presentazione dell’attività 2022 del Cosmari.
«La questione discarica non è una nostra competenza diretta, formalmente noi siamo solo gli attuatori di ciò che decide l’Ata, ma stiamo cercando di portare il nostro contributo – ha precisato Giampaoli, affiancato dalla direttrice Brigitte Pellei e dai membri del cda Elena Maria Sacchi, Silvia Sbriccioli e Manuele Pierantoni –.
«Ormai c’è una crisi generalizzata a livello di disponibilità di volumi di rifiuti da accogliere – ha continuato il presidente – anche Fermo, Ascoli ed Ancona sono in difficoltà per i prossimi anni, Pesaro ha maggiori capacità di abbancamento ma i costi da loro sono più alti e ci sarebbero da aggiungere quelli del trasporto. Il mio auspicio è che la rimodulazione del piano energetico regionale superi l’attuale situazione con cinque impianti per cinque province: le Marche sono una regione di 1,4 milioni di abitanti, basterebbero due poli, uno a nord e uno a sud, ma la razionalizzazione ha senso in maniera più complessiva: basti pensare ai colori dei sacchetti della differenziata, che variano da provincia a provincia».
Il Cosmari, come detto, sta provando a fare la sua parte per arrivare in fretta a soluzioni adeguate. «Vogliamo essere dei facilitatori – ha concluso Giampaoli – con il presidente della Provincia Sandro Parcaroli c’è una unità d’intenti e già dalla prossima settimana ripartiranno degli incontri sulla questione discarica, poi il 15 marzo è in programma l’assemblea dei sindaci. Intanto sta andando avanti lo screening degli 80 siti potenzialmente idonei, ma i risultati della scrematura li avremo a estate inoltrata». Ma a quel punto la vita della discarica di Cingoli sarà già davvero agli sgoccioli.
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