Mancano anche pediatri, ospedali di Macerata e Civitanova in affanno. Si ricorre ai privati ma ecco quanto costa un anno di servizi

Mancano pediatri, ospedali in affanno. Si ricorre ai privati
Mancano pediatri, ospedali in affanno. Si ricorre ai privati
di Luca Patrassi
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Lunedì 3 Luglio 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 11:16
MACERATA L’Ast Macerata prosegue con l’affidamento ad esterni della fornitura di assistenza medica specialistica. Stavolta si tratta delle unità operative di pediatria degli ospedali di Macerata e Civitanova. La motivazione è sempre quella della carenza di organico e della difficoltà di trovare specialisti anche facendo ricorso a procedure concorsuali, figurarsi poi quando si fanno selezioni per incarichi a tempo determinato. L’importo a base d’asta per i servizi medici ospedalieri per un anno è di circa 475mila euro. 



Il bando prevede che gli operatori economici concorrenti debbano indicare i costi della sicurezza interni e quelli della manodopera. Il corrispettivo - spiega la direzione Ast - è da intendersi a misura e le quantità variabili in funzione dei fabbisogni clinici. Il contratto può essere modificato in aumento per circa 158mila euro e dunque può raggiungere un valore di circa 633mila euro. All’albo pretorio appare inoltre la determina di proroga del contratto allo specialista pensionato Diego Tummarello, 77 anni, per «supporto clinico presso i servizio di lungodegenza e punto di primo intervento dell’ospedale di comunità di Recanati, in quanto il personale medico attualmente in servizio, nonostante siano state esperite le apposite procedure concorsuali, non è sufficiente ad assicurare la corretta erogazione delle prestazioni e dei livelli di assistenza». L’Ast, nella determina, spiega che «la Regione Marche, in considerazione del persistere delle esigenze di contrasto alla diffusione del virus, ha invitato le amministrazioni della sanità regionale a porre in essere tutte le azioni necessarie alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza anche oltre il termine legale dello stato di emergenza nazionale utilizzando ogni possibile strumento previsto dalla normativa, ivi compresa la proroga degli incarichi di collaborazione e libero professionali conferiti a medici in quiescenza».

Le difficoltà nazionali
 

«Da ultimo, in considerazione della difficoltà riscontrata a livello nazionale, - sottolinea ancora l’Ast - di procedere al reclutamento mediante assunzioni di medici specialisti con rapporto di lavoro dipendente, è stata disposta una ulteriore deroga normativa al generale divieto di cumulo tra redditi da lavoro autonomo e trattamento pensionistico, fino al 31 dicembre prossimo».

A tempo determinato l’incarico nella disciplina di medicina legale della specializzanda Elena Leonardi, prima nella graduatoria dell’apposito avviso pubblico bandito dalla Ast e che ha visto tre partecipanti. Infine il “solito” movimento, questa volta in equilibrio, tra entrate e uscite dei medici di base. Lettera di dimissioni presentata, a decorrere dal 30 luglio, della dottoressa Valentina Salvatori, medico di assistenza primaria a ciclo di scelta convenzionato nel Comune di Tolentino del distretto di Macerata. 

L'incarico



Poi c’è il conferimento di un incarico temporaneo nel territorio comunale di Macerata alla dottoressa Roberta Camilletti, a tempo indeterminato invece l’incarico nel Comune di Mogliano della dottoressa Laura Sarnari. Infine altra lettera di dimissioni, quella presentata a far data dal 31 luglio prossimo dal dottor Sergio Principi, titolare di un rapporto convenzionale, nel ruolo unico di assistenza primaria con ambulatorio principale a Potenza Picena. Intanto viene seguita con particolare interesse la situane riguardante l’ospedale Santa Lucia di Recanati. «Abbiamo chiesto un incontro ai vertici politici e tecnici della sanità del nostro territorio per discutere dei problemi e delle prospettive del nostro presidio sanitario». ha dichiarato di recente Antonio Bravi, primo cittadino di leopardiano. «Al di là delle promesse e delle buone intenzioni - ha sottolineato il sindaco - si rileva una progressiva riduzione dei servizi offerti dal nostro ospedale di comunità che desta particolare apprensione nella cittadinanza del nostro Comune e dei Comuni limitrofi». Sul caso era intervenuta anche FdI, che non aveva risparmiato critiche a Bravi. «L’importante è essere chiari nei confronti dei cittadini e non farsi prendere dalla chimera elettorale. Il sindaco Bravi, che era vicesindaco di Fiordomo e che è stato al Governo della città negli ultimi 14 anni, nulla ha fatto in questo frattempo e mai ha osato sollevare mezza polemica in favore della sanità recanatese quando al Governo della Regione e dell’Italia c’era il Pd».

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