MACERATA - Negli ultimi anni sembrava una gara tra i paesi che avrebbero acceso per primi le luminarie di Natale. Ma ora, con il caro energia, anche gli addobbi luminosi per le strade dei centri della provincia sono a rischio. È un tema che sta finendo sul tavolo delle giunte comunali proprio in questi giorni. Gli amministratori sono chiamati a decidere come comportarsi in vista del periodo più amato dell’anno.
Da un lato il primo Natale dopo anni di restrizioni dovute alla pandemia e quindi la necessità di riprendersi ciò che era stato tolto a cittadini e commercianti, dall’altro l’inevitabile risparmio a cui tendono le amministrazioni già gravate di aumenti esorbitanti in tema di bollette.
Difficile districarsi, ma è chiaro che tutto sarà messo sul piatto della bilancia. E anche se finora ci sono sindaci che non si sbilanciano mentre altri hanno già le idee chiare sui tagli da mettere in atto, una cosa è certa: sarà un Natale all’insegna della sobrietà, alla ricerca del giusto compromesso tra atmosfera di festa, sostegno al commercio e attenzione alle spese. La giunta Parcaroli a Macerata sta decidendo in questi giorni, consapevole - come spiega l’assessore al Commercio Laura Laviano - che «mentre per i due anni di pandemia il Comune aveva sostenuto tutte le spese per le luminarie, quest’anno non potrà essere così. Ma non ci sono nemmeno i presupposti per chiedere la collaborazione ai commercianti. Gli stessi che fanno fatica a tenere ancora alzate le saracinesche. È il cane che si morde la coda: senza luci il commercio viene sfavorito, ma per accenderle bisogna far fronte a spese importanti. Intanto siamo in contatto con una società che è pronta a installare la pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza della Libertà, senza chiederci il canone di affitto. In questo modo il Comune potrà sopperire all’aumento dei costi energetici utilizzando la somma che avrebbe altrimenti richiesto la società».
Pensa ai commercianti anche il sindaco di Porto Recanati, Andrea Michelini, che da mercoledì sera ha spento le luci della sede del municipio come primo segnale di risparmio. «Abbiamo chiesto diversi preventivi per l’affitto delle luminarie. Non possiamo rinunciarci del tutto, ma sicuramente la spesa sarà molto più contenuta rispetto agli altri anni». Da una città rivierasca all’altra, non se la sente Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova, di dire che sarà un Natale più sobrio. «Stiamo valutando tutte le spese: le luminarie natalizie sono solo una piccola parte dell’esorbitante aumento a cui stiamo facendo fronte e che ammonta a circa due milioni l’anno in più. D’altronde non possiamo penalizzare i commercianti, spesso favoriti dall’atmosfera che si crea in città». Puntano al risparmio e ne sono convinti, i sindaci di Recanati, San Severino e Belforte del Chienti. «Installare le luci come gli altri anni - dice il sindaco Antonio Bravi - significherebbe sprecare risorse che non ci sono e, soprattutto, non è rispettoso nei confronti dei cittadini a cui si chiede di ridurre i consumi. Noi dobbiamo dare l’esempio. Stiamo pensando a come poter comunque addobbare con poche luci, magari metteremo più alberi di Natale. Oltre a questo, stiamo già valutando di spegnere l’illuminazione del palazzo comunale da mezzanotte all’alba: d’inverno il buio è più lungo e i costi aumentano».
Anche Rosa Piermattei è su questa linea. «Spegneremo qualche luce ma accenderemo comunque la festa come credo si farà, quest’anno, in ogni casa.