Tre imprenditori accusati di estorsione: «Consegnati sottobanco 436.000 euro»

Il tribunale di Macerata
Il tribunale di Macerata
di Benedetta Lombo
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Domenica 13 Settembre 2020, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 18:07
CORRIDONIA - Soldi in nero per perfezionare la compravendita di immobili, tre imprenditori a processo per estorsione. Per l’accusa si sarebbero fatti consegnare sottobanco 436.000 euro totali. Ecco chi sono i tre indagati. 

 
Davanti al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo si è aperto il processo penale a carico di Franco Sagretti, 64 anni, Franco Domizi, 57 anni, entrambi di Corridonia, e Sergio Foresi, 80 anni, di Morrovalle. 

I fatti contestati riguardano la compravendita di fabbricati di edilizia convenzionata che si trovano in via Ninni Cassarà e in via Borsellino a Macerata. Secondo la ricostruzione accusatoria Domizi in qualità di professionista che si occupava della vendita degli immobili di proprietà della Sic srl società immobiliare civitanovese, della Prefabbricati Foresi srl e Italmarche srl, nonché detentore del 7% del capitale sociale della Italmarche, Sagretti in qualità di legale rappresentante della Italmarche srl e della Sic srl, infine Foresi quale amministratore unico della Prefabbricati Foresi, dopo aver ottenuto una parte di soldi in anticipo dagli acquirenti, con la minaccia di non stipulare il contratto definitivo di acquisto degli immobili, si sarebbero fatti consegnare cospicue somme di denaro in nero. Somme che variavano dai 17.000 ai 49.000 euro e che complessivamente avrebbero portato a un profitto illecito complessivo di 436.000 euro. Venerdì scorso, dunque, si è aperto il procedimento a carico dei tre imprenditori. In aula otto delle diciotto persone offese individuate dalla procura si sono costituite parte civile con l’avvocato Sergio Ariozzi. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Guerrino Ortini del foro di Ancona e Pietro Antonio Siciliano (Sagretti), dall’avvocato Gerardo Pizzirusso (Domizi) e dagli avvocati Maurizio Forconi e Francesco Acquaroli (Foresi). 
Gli imprenditori respingono con forza le accuse mosse nei loro confronti, secondo le difese le somme richieste erano i soldi che gli acquirenti avrebbero dovuto versare per le migliorie eseguite e richieste dagli stessi clienti. L’udienza è stata rinviata al prossimo 26 febbraio per iniziare a sentire i primi testimoni indicati dall’accusa. Nel corso del dibattimento gli imputati, tramite i propri legali, potranno portare prove e testimoni a sostegno delle loro tesi.
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